Il fallimento del Centrodestra a Taranto e provincia non è stato il risultato di una ipotesi ma la dimostrazione di una ipotesi trasformatesi in tesi. Si tratta sì, o si è trattato, di un non riequilibrio di alleanze ma soprattutto di una non strategia che manca da alcuni anni. Una strategia si propone attraverso una visione articolata del fare politica. Cosa che è mancato e cosa che manca. Anche nelle precedenti provinciali si era consumata una sconfitta come si era consumata alle Regionali. Quindi c'è una recrudescenza della caduta elettore, di consensi politici, di percorsi progettuali non solo incomprensibili ma neppure condivisi. Si vince certamente con i numeri ma si prepara la vittoria con la condivisibilità delle politiche. I numeri permettono alla vittoria di essere tale ma se dietro una vittoria manca il senso e l'orizzonte della politica il tutto non avrebbe senso. Insomma ciò che è venuto meno è quel tracciato che una volta si chiamava pre – politico che porta al ragionamento per un consenso “ragionato”. È inutile stare a disquisire. La sconfitta c'è stata, le sconfitte ci saranno se la strada intrapresa è quella rancorosa di questi giorni. Si badi bene. Non si tratta di una sconfitta ma di un fallimento. Ed è il fallimento dei vertici del Pdl. Quando si perdono voti e consensi in aree territoriali impensabili vuol dire che siamo già oltre la semplice sconfitta. E gli esempi qui abbondano. Nel caso del versante Orientale della provincia ci sono elementi che lo dimostrano. Come si fa a perdere in un collegio, un solo esempio, quale Lizzano, Torricella e Maruggio? Bisognerebbe in teressarsi proprio ad una analisi del genere e capire e motivare e definire la sconfitta. Non si perde per caso. Non si perde mai per caso. Il vice coordinatore del Pdl che è di casa in quel territorio, ed è parlamentare in carica, non solo perde, alcuni anni fa, le comunali di Torricella ma la candidatura del fratello, proprio in quel collegio, non decolla. Ci saranno dei motivi. L'analisi da qui dovrebbe partire. Quando un consigliere uscente di Ginosa non vince in primo turno, consigliere più volte eletto nelle passate amministrative, qualche cosa non avrà funzionato. E se non rispondono ad una logica del consenso quei parametri di politica e di elettorato (mi riferisco ai numeri) non si può continuare mantenendo intatto l'assetto sia strategico che di gestione dell'organico politico. E la “rivoluzione” non può essere di facciata ma deve essere complessiva. È questo che si capisse ed è questo che dovrebbero capire sia Lospinuso, sia Franzoso sia il coordinatore regionale Amoruso che non può far finta di non rispondere a responsibilità anche sue. L'analisi non si fa su fattori astratti o sull'uso dei condizionali politici o degli imperfetti o dei trapassati prossimi ma sui “presenti”. Il Pdl dovrebbe darsi una strategia, dovrebbe cambiare gli uomini che la governano al vertice, dovrebbe darsi una politica. Per ciò che riguarda il “laboratorio” messo in moto da Florido sono convinto che si tratta di un “evento” interessa nte. Sono convinto che si tratta di un laboratorio e di una bella vittoria perchè la questione delle inclusioni è strategia pura ma la politica è strategia, è fasi di sperimentazione, è costante ricerca sul campo. Florido ha adottato (e adotta) questi tre modi di fare politica. È stato coraggioso mi auguro che questa sperimentazione e queste proposte innovative vadano avanti perchè è un metodo che potrebbe ormai adottarsi in tutti i comuni e compresa la Regione. Il vero fallimento del Centrodestra sta proprio nel non aver compreso politicamente la stagione della ricerca e della sperimentazione ad una esperienza come quella messa in campo da Florido. Perchè si tratta di un metodo che si allargherà a tutto merito proprio del laboratorio, si vuole riconoscere o meno (ma nei laboratori si sperimentano fenomeni che si pensavano impossibili e si cercano strade alternative) ma il viaggio intrapreso è stato vincente. Il resto si vedrà.