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03/03/2013 18:19:59 - Salento - Altri Sport

Sulla sua maglietta interna la scritta “Gesù vive in me”

 
Jesus lives in me. Gesù vive in me. E' la scritta che Daniele Greco, 24enne di Galatone ha mostrato sulla maglia nel giro d'onore sulla pista di Goteborg dopo avere saltato 17 metri e 70 centimetri, a tre centimetri dal record italiano, ma soprattutto sul gradino più alto agli Europei indoor di atletica leggera che hanno visto l'Italia e l'atleta salentino grande protagonista in terra svedese. Assieme al triplista pugliese, ogni momento, c'è però anche un fratello volato via troppo presto. “E’ il suo angelo” ha raccontato tempo fa la madre Pina in un’intervista.
Greco è stato più forte di tutto. Dell’infortunio alla caviglia che l’ha costretto a una settimana di stop prima degli Europei. Del suo riacutizzarsi, subito dopo il salto a 16,94 metri che venerdì gli aveva garantito l'accesso alla finale continentale.
“Bel modo di festeggiare il mio compleanno”, avrà pensato Daniele: conquistare la finale al primo salto, unico atleta a superare la soglia stabilita, e dover rinunciare per infortunio. La sua forza di volontà e una buona dose di antidolorifici gli hanno consentito di essere in pedana a saltare, da favorito, per la medaglia d'oro.
Greco ha gestito la finale con autorità, sin dal turno inaugurale. Al primo tentativo ha raggiunto quota 17 metri. Al terzo ha tenuto a bada il russo Aleksey Fyodorov, arrivando a 17,15. Il capolavoro, però, l’ha realizzato al quarto salto: 17,70 metri, record mondiale stagionale, a tre soli centimetri dal primato italiano dell’amico
Fabrizio Donato.
A quest'ultimo, costretto al forfait, Greco ha dedicato la medaglia d'oro.
“Avrei voluto fosse qui per cercare l’accoppiata oro-argento. Avevo dolori dappertutto - racconta l’atleta pugliese - ma anche tanta voglia di prendermi la medaglia d’oro. Devo essere onesto, per uno come me, che è arrivato quarto all’Olimpiade, questa era una gara da vincere ad ogni costo, non c'erano avversari che potessero impensierirmi sul serio. Aver vinto con questa misura è ancora più bello, perché dà valore alla gara”.










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