lunedě 23 settembre 2024


17/07/2009 07:00:35 - Provincia di Taranto - Politica

«Il progetto politico sta nelle capacità culturali della politica

Svecchiandola con idee e persone nuove»
 
Credevo che l’analisi sul voto e sulla sconfitta elettorale del Centrodestra di Pietro Franzoso, parlamentare di Torricella, avrebbe avuto la forza di entrare nel di dentro di un processo politico alto attraverso uno scavo nelle vere motivazioni che hanno portato il Centrosinistra a vincere sia alla Provincia di Taranto che nel resto del territorio provinciale e regionale. Così non è stato. Così non è.
Franzoso svia i problemi di fondo che non sono di oggi e parla come se lui fosse lontano da queste responsabilità o come se fosse un “novellino” della politica o delle “strategie”. Mi pare che Franzoso è abituato ad alcune sconfitte. A cominciare dalla sua Torricella.
Taranto non è un’isola a sé rispetto al contesto territoriale. Se si è sbagliato nelle “contaminazioni” politiche apparentandosi alla lista Cito è anche vero che Franzoso è parlamentare in carica e le cose che ha detto in questi giorni le avrebbe dovute sottolineare con una energia tale da far comprendere il fenomeno molto prima.
Ma ci sono vuoti di natura politica del Polo che non possono essere colmate con la incomprensione dell’elettorato nel non aver afferrato la coalizione “Cito – Polo” nel ballottaggio. È semplicemente un aspetto dell’analisi.
Ci sono fette di elettorato che sono passate, prima dell’abbinamento, sia con l’UDC sia con la lista di Adriana Poli. E il percorso cominciato da Adriana si è visto immediatamente con un recupero sia di una fetta di moderati che chiamerei riformisti sia di una componente che si è allontanata dal Popolo delle Libertà proprio per la non condivisione di alcuni elementi politici.
La novità sta proprio nel fatto che lo stesso Franzoso e i responsabili del PdL non sono riusciti ad intercettare sia il voto strettamente moderato (bisognerebbe domandarsi le motivazioni) sia il voto catalizzatore sviluppatosi intorno a modelli prettamente di destra.
Franzoso, che vive in un’area che ha candidato, nel Popolo delle Libertà, il fratello come candidato al consiglio provinciale (non superando lo scoglio), quando sostiene che occorrono energie nuove, volti nuovi, pensieri pensanti, dovrebbe penetrare questa analisi trasformandola in una autoanalisi sia politica che territoriale.
Che bella intuizione quando sostiene che “dove non c’è progresso c’è regresso”. Non lo sapevamo. Siamo venuti a conoscenza solo oggi. Il fatto è che gli strumenti della politica sono mutati. Il modello democristiano, pur restando la metaforica visione democristiana, non è più applicabile all’attuale momento e ai particolari aspetti che vive Taranto. Il fatto è che la Dc è finita ma i democristiani no. E questi democristiani senza la Dc, la grande Dc, non possono essere più gli stessi.
Non si è perso soltanto perché si sono sbagliate le alleanze. Si è perso anche perché è venuto meno il senso della politica, è venuto meno il dato progettuale e non si può andare avanti con slogan: ambiente, lavoro, sanità. Evviva!
Siamo entrati in una visione della politica che ha bisogno di una essenza culturale e quando viene meno questa essenza anche i ragionamenti, i parametri e le analisi assumono contorni viziati.
Qual è il progetto del Popolo delle Libertà? Quello di raccogliere consensi? Ma sulla base di cosa? Basta una semplice interrogazione parlamentare per risolvere il problema? Non credo. Ma scendiamo in merito ai problemi. Un esempio: sull’Università a Taranto (che si tratta di un progetto in itinere ma già ben affermato e interessa cultura, ricerca, occupazione, investimento, “progresso”, politica giovanile) quale è l’idea di Franzoso e del PdL? Hanno una visione progettuale dal punto di vista politico innovativo?
Sulla questione relativa ai beni culturali e allo sdoppiamento del Museo Nazionale (che rilancerebbe Taranto sul fronte del Mediterraneo e nel contesto meridionale) sul quale già ne discussero Semeraro e Patarino nella precedente legislatura con una ipotesi di disegno di legge, quale è la posizione?
Sul problema relativo agli accordi bilaterali, anche in merito al “progresso” o “regresso” energetico, tra alcuni Paesi Mediterranei e le potenzialità di Taranto a che punto siamo?
Ho citato semplicemente tre riferimenti perché sono riferimenti che non possono essere imposti dall’alto ma che devono svilupparsi sul territorio in quel gioco frenetico tra vocazionalità e risorse. Le analisi che fanno solo discutere e non definire una realtà non hanno più senso perché la politica parla la lingua delle culture, delle capacità, del pensiero e non si possono decifrare modelli senza calarli all’interno di una geografia ben definita.
La città ha bisogno di idee e sulle idee che portano concretezza bisogna ragionare. Il PdL ha perso perché qui è senza idee. Il resto è stato contorno anche se non trascurabile. Ma credo che per proporre una buona operazione occorrono gli esempi, le testimonianze e una proposizione di grande spessore intellettivo.
Cominciamo a ragionare con la cultura della politica. E non ad uccidere la cultura come è avvenuto a Maruggio (un piccolo esempio sul quale occorrerà riflettere e non far finta che nulla sia accaduto, ciò che si è consumato in questo comune è ormai a conoscenza di tutti). I consensi si perdono anche per i piccoli tanti casi come Maruggio. Le proposte? Le proposte nascono in base ad una linea politica coerente che abbia i segni di un progetto articolato su principi di fondo. Ho fatto solo tre esempi. E non vivo su Marte. Una lezione di umiltà ma anche di lealtà. Il resto è consequenziale.
 
Pierfranco Bruni










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