mercoledì 25 settembre 2024


03/05/2013 20:24:43 - Salento - Attualità

“Io, italo-congolese, due paesi dentro di me”. Gli attacchi sono di “una minoranza che urla di più”, ma “l’Italia non è razzista, ha una tradizione di accoglienza che va valorizzata”

 
«In questi giorni ho letto che dicono di me che sono la prima ministra di colore: io non sono di colore, sono nera, lo ribadisco con fierezza».
Si è presentata così ai giornalisti il ministro per l'Integrazione Cecile Kashetu Kyenge, in conferenza stampa a Roma.
«Oggi è la giornata internazionale della libertà di stampa - ha aggiunto la signora Kyenge -. Credo sia giusto iniziare ad usare la terminologia giusta».
Nel corso del briefing di avvio mandato, la ministra ha raccontato brevemente la propria biografia: «Sono italo-congolese, appartengo a due culture e due Paesi che sono dentro di me e non potrei essere interamente italiana o interamente congolese. Non sono di colore, sono nera e lo ribadisco con fierezza».
Kyenge ha poi ricordato la propria appartenenza al Pd - un partito che ha nei confronti dell'immigrazione «un approccio di politica dell’accoglienza e non un atteggiamento in termini di sicurezza» - la sua lunga esperienza nell’associazionismo e la sua prima professione: «Sono medico oculista e penso che chi ha delle competenze le debba mettere a servizio degli altri».
Oggetto di attacchi intolleranti, anche da parte di esponenti politici, il ministro Kyenge ha affermato che la risposta risiede nel dialogo e nella conoscenza, per «abbattere i muri. Non ho risposto personalmente a questi attacchi - ha spiegato - anche perché mi sono sentita abbastanza tutelata e ho avuto il sostegno di tutti i componenti
del governo».
Secondo il ministro, comunque, la sua nomina a un dicastero è «un cambiamento che doveva esserci in Italia». Soprattutto un grazie lo ha voluto rivolgere all’altro ministro Josefa Idem, «ma - ha sottolineato - una solidarietà mi è giunta da parte degli altri esponenti del governo».
Il ministro Kyenge ha aggiunto: «L’Italia non è un paese razzista, ha una tradizione di accoglienza e di ospitalità. Bisogna valorizzare questa tradizione». Gli attacchi sono «singole voci, che non sono la maggioranza, solo di chi urla di più». Ma le vere risposte «agli attacchi contro la mia nomina deve arrivare dalla società civile, le dà quell’altra parte dell’Italia, quella dell’accoglienza e dell’ospitalità e ringrazio le tante persone e le istituzioni per come hanno reagito».
 
Fonte: rete










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