mercoledì 25 settembre 2024


18/06/2013 07:46:33 - Salento - Attualità

Aumentano gli abusi edilizi. La Puglia quarta nella classifica generale dopo Campania, Sicilia e Calabria per il traffico dei rifiuti

 
Abusivismo edilizio, tanto. E traffico illegale di rifiuti, che vede la Puglia come base per gli affari sporchi di portata internazionale. Sono i mali peggiori della Puglia, come risulta dal rapporto Ecomafia 2013, il rapporto annuale di Legambiente che denuncia come la criminalità organizzata, lungi dal "conoscere recessione, amplia i suoi traffici con nuove rotte e nuove frontiere". Il 45,7% degli illeciti ambientali è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Sicilia, Calabria e Puglia in quest'ordine) seguite dal Lazio. Sedici miliardi e 700 milioni di euro il fatturato in Italia. A settembre, in Puglia, partirà il 'No Ecomafia Tour' per sensibilizzare i cittadini e chiedere maggiore collaborazione, "perché quella contro l'ecomafia è una sfida che possiamo vincere insieme", ha detto il presidente dell'associazione ambientalista pugliese, Francesco Tarantini, alla presentazione a Bari insime e al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
 
"Nella classifica generale dell'illegalità ambientale, la Puglia rimane stabile al quarto posto con 3.331 infrazioni accertate, 3.251persone denunciate e 28 arrestate"; mentre "è al primo posto per quanto riguarda il numero dei sequestri effettuati: 1.303". Lo ha spiegato Tarantini, sottolineando come il "numero degli interventi repressivi non sia indicativo della potenza del fenomeno criminale, ma della capacità reattiva" della Regione, delle forze dell'ordine e della magistratura. "Ci sono territori - ha aggiunto - dove ci possono essere meno sequestri, meno confische, meno denunce, perché c'è più assuefazione al fenomeno non perché il fenomeno sia minore". Il rapporto di Legambiente stila anche una "classifica provinciale dell'illegalità ambientale in Italia nel 2012, in cui si ritrovano due province pugliesi: Bari al quinto posto e Foggia all'ottavo, rispettivamente con 1.037 e 826 infrazioni accertate".
 
Il rapporto di Legambiente si è occupato anche di energie rinnovabili e archeomafia. "Ad aprile dello scorso anno - si legge nello studio - la guardia di finanza ha sequestrato ben 19 impianti fotovoltaici in Puglia: l'operazione delle forze dell'ordine portò all'arresto di 16 persone". Da segnalare "anche l'attività della procura della Repubblica di Lucera impegnata in indagini rilevanti legate all'attività di produzione di energia eolica, e volte ad accertare il legame tra pezzi della pubblica amministrazione e imprese che si sospetta siano gestite da esponenti della criminalità organizzata". Sul fronte "dell'archeomafia, infine, la Puglia, una delle regioni più ricche di reperti archeologici ma anche di tombaroli attivi, sale al nono posto con 45 furti".
 
PUGLIA AL 2 POSTO PER ABUSIVISMO EDILIZIO - "Nella classifica dell'illegalità nel ciclo del cemento, la Puglia nel 2012 sale al secondo posto (era al 3 nel 2011) con 640 infrazioni accertate e 384 sequestri effettuati. Mentre è prima la regione con il maggior numero di persone denunciate nel corso del 2012: 1.147". "I numeri pugliesi - ha sottolineato Tarantini - sono il frutto anche delle risposte da parte della Regione che, oltre ad aver istituito, sin dal 2007, una task force composta da tutte le forze dell'Ordine, Arpa Puglia e Cnr-Irsa, per prevenire i reati ambientali, ha approvato una legge regionale per cercare di frenare il fenomeno dell'abusivismo edilizio". Ma "non si può immaginare che i reati ambientali vengano sanzionati con una multa, come se si trattasse di reprimere delle marachelle", ha detto Vendola. "I reati ambientali sono i più gravi che si possa immaginare perché compromettono la qualità del territorio, ipotecano la salute dei cittadini nel presente e nel futuro. Quindi c'è bisogno che il legislatore attualizzi e modernizzi il codice penale". "La realtà dell'abusivismo - ha proseguito - non è solo quella degli interessi delle mafie tradizionali. L'abusivismo è un fenomeno di massa e c'è una lunga consuetudine a considerare l'abuso quasi un fatto di folclore in Italia che, del resto, è il Paese delle sanatorie e dei condoni edilizi. Oggi il punto di stupro ambientale in Italia è talmente grave che non possiamo più consentire che ciò continui".
 
Fonte: rete










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