lunedì 30 settembre 2024


06/08/2009 08:23:33 - Manduria - Attualità

La disavventura di una coppia di coniugi: nell’atto di acquisto il notaio aveva certificato che la casa non era ipotecata

 
Per numerosi anni una coppia di coniugi di Statte ha ritenuto di essere proprietaria, a tutti gli effetti di legge, di una casetta nella zona marina di San Pietro in Bevagna. Poi, all'improvviso, due anni fa, la sgradita sorpresa: per errore o leggerezza di qualcuno, la proprietà dell'abitazione si limitava al 50% dell'immobile.
E' la brutta storia dei signori Rosaria Cacace e Raffaele Cavallo, che hanno deciso di scrivere “una lettera aperta” al nostro giornale per “non chiudere la bocca” di fronte a quella che loro definiscono una ingiustizia, nella speranza di trovare chi possa realmente aiutarli.
«Acquistammo questa casetta al mare il 10 settembre del 1988: ma non era mica una casa » precisano i due coniugi. «Era un grezzo tufaceo, ubicatati a San Pietro in Bevagna. Mancava di tutto: erano in piedi soltanto le strutture di elevazione, i muri in blocchi di tufo e la copertura laterocementizia, lasciati completamente al grezzo. Per meglio far capire lo stato di abbandono, nel bel mezzo della cubatura era nato un albero di fico.
I lavori eseguiti per condurla all'abitabilità furono innumerevoli, resi possibili solo grazie ai sacrifici monetari e fisici nostri e di tutta la famiglia.
Poiché era un fabbricato abusivo, dopo aver redatto un regolare progetto di condono edilizio, si procedette, il 21 gennaio del 1991, a regolare rogito presso un notaio di Manduria. Finalmente così questo rudere al grezzo passava dai vecchi proprietari (una coppia di Torre Santa Susanna) a noi due. E cosa di meglio e più sicuro c'è di un atto notarile per sentirci al 100% veri ed unici legittimi proprietari?
Invece, dopo diciotto anni dall'atto di rogito, nel mese di aprile 2007, a mezzo telefonico ci viene comunicato, da parte del perito incaricato del Giudice Esecutore, che la mia casetta al mare è stata posta sotto sequestro e che pertanto veniva fissato appuntamento di sopralluogo da parte dello stesso onde procedere a perizia estimativa. Un tecnico incaricato dall'Ufficiale giudiziario sarebbe cioè venuto a stimare il valore della mia proprietà perchè a monte di tutto c'erano strane situazioni debitorie da parte dei precedenti proprietari.
Il vecchio proprietario, membro di una società dichiarata fallita, risultava essere debitore nei confronti di un istituto bancario, il quale ha messo le mani su diverse proprietà, tra le quali c'è anche la nostra casa al mare.
Ci chiediamo se è pensabile che noi dobbiamo sborsare l'altro 50% per ricomprare un bene già dichiarato nostro con tanto di atto notarile.
Allora, se battaglia ci viene chiesta, non ci tiriamo indietro ed alziamo questa voce di protesta per farci sentire, poiché siamo sicuri, a detta di esperti, che di questi casi in Italia ne sono scoppiati a migliaia, ma forse non tutti hanno avuto la forza di denunciarli.
Ci chiediamo: come si risolverà la questione e soprattutto chi ripagherà i danni da noi subiti sotto la sfera morale ed economica? La stima del bene come sarà contabilizzata, se allo stato di rudere tufaceo o da casa con tutti i comforts che in sedici anni sono stati apportati? Ed ancora, ma non ultimo, chi risanerà la nostra immagine di cittadini onesti agli occhi di una pubblica opinione che nel frattempo ci giudica “poco di buono” nei confronti delle istituzioni per leggerezze o errore di un funzionario dello Stato, quale è un notaio, che scrive atti senza prima aver verificato il necessario e che pretende onorari professionali profumati?».










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