domenica 29 settembre 2024


30/06/2013 09:02:44 - Manduria - Attualitā

Andrea Costantini racconta il primo giorno di permanenza in acqua di Paolo

 
Temperatura in ribasso e anche pioggia per il tentativo di record mondiale assoluto di permanenza in mare del disabile manduriano Paolo De Vizzi.
Non sono ottimali le condizioni meteorologiche che stanno accompagnando il “Dive for Life”, la nuova impresa (36 ore a 9 metri di profondità al largo di Santa Caterina, una delle spiagge di Nardò), di Paolo De Vizzi.
«Si è immerso intorno alle 23,55 di venerdì sera» racconta Andrea Costantini, istruttore di Costa del Sud, diving che segue Paolo da anni e che è al suo fianco anche in questa impresa. «Un po’ in ritardo rispetto all’orario previsto (le 23), perché è arrivata tantissima gente a incoraggiare Paolo e, quindi, si è perso un po’ di tempo. Inoltre si è voluto sottoporre ad un’altra seduta di fisioterapia».
De Vizzi è stato trasportato al largo dal battello Hurricane in dotazione alle Forze per le Operazioni Speciali dell’Esercito, che è alle dirette dipendenze della Brigata Paracadutisti Folgore. Poi il tuffo in acqua. Il punto prescelto dei fondali è stato attrezzato con tutto ciò che può servire durante le lunghissime 36 ore. Anche la luce, il letto per riposare e l’immancabile tavolo con il gioco della dama. In acqua, chiaramente, ha la possibilità anche di alimentarsi e di bere.
«Sono sempre presenti con lui due sub, che lo assistono, alternandosi nel corso delle 36 ore» fa presente Andrea Costantini. «Poi ci sono tantissimi altri amici che lo vanno a trovare giù in acqua, sostenendolo e incitandolo. All’esterno vi sono anche dei medici, che controllano ogni dato, in particolare della temperatura».
Un solo problema nel corso della prima notte, quella fra venerdì e sabato.
«Ci ha detto che avvertiva del freddo alla testa e, allora, abbiamo deciso di fargli indossare un altro cappuccio, che ha attenuato la sua sensazione. Durante la prima notte non ha mai dormito, sia per la tensione che per l’adrenalina. Un po’ perché ritengo che la prima notte sia la più dura, almeno a livello psicologico. C’è ancora davanti un giorno interno e un’altra nottata. Durante la seconda notte, invece, vi è la consapevolezza che il traguardo si avvicina».
Sino alla serata di ieri, non ci sono stati altri imprevisti od ostacoli. Se Paolo avrà vinto il rischio dell’ipotermia anche durante la notte fra sabato e domenica, stamani, intorno alle 12, uscirà dall’acqua. Stanchissimo, ma con il suo nome iscritto per la seconda volta nel Guinness dei Primati.










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