domenica 29 settembre 2024


03/08/2013 09:22:01 - Manduria - Attualitą

 Fatale, probabilmente, un infezione virale

 

Non sono state sufficienti le terapie antibiotiche e di reidratazione, nonché l’affetto e le coccole di decine di volontari, per salvare la vita al piccolo esemplare di Grampus Graseus, trovato, agonizzante, l’altro ieri mattina da un bagnante a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Torre Colimena.

«E’ morto intorno alle 6 di ieri mattina», ci racconta Massimiliano Nigro, vice presidente della sezione di Torre Colimena della Lega Navale, fra i primi ad intervenire, insieme al presidente di questo sodalizio, Davide Giusi. «Purtroppo sia il prof. Nicola Zizzo, docente del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari, sia gli altri veterinari che hanno potuto visitare le questa cucciola di delfino di pochi mesi (i due della Asl Corrado Mandese e Giuseppe Tagliente, e il libero professionista Pier Costantino Carrozzo), sono stati pessimisti sin dall’inizio, pur avendo profuso il massimo impegno per cercare di salvarle la vita».

L’intera località turistica è stata con il fiato sospeso sino alle prime ore di ieri mattina, nella speranza che Giulia (questo il nome scelto per questo esemplare di 4-5 mesi, lungo circa 160 centimetri), potesse sopravvivere.

«Dopo l’intervento della Capitaneria di Porto e dell’equipe del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari, è stato deciso di trasportare il delfino in una piscina, gentilmente messa a disposizione da un privato» prosegue Massimiliano Nigro. «Qui gli sono state praticate tutte le cure del caso, comprese la somministrazione di alcune flebo di antibiotici, con le quali si è cercato di vincere l’infezione virale a livello gastrointestinale in atto, che poi si è diffusa anche ad un polmone».

Molto probabilmente è stata fatale proprio l’infezione e non, invece, le escoriazioni che erano state inizialmente rilevate su parte del dorso e sul melone della piccola delfina, un organo che si trova all’interno della testa e che viene utilizzato per l’orientamento. I risultati degli esami ematologici hanno immediatamente evidenziato, infatti, la grave infezione contratta dall’esemplare di Grampus Graseus, un delfinide che può raggiungere ragguardevoli dimensioni, anche quattro metri e 700 chilogrammi di peso, e si caratterizza rispetto ai delfini più comuni, la Stenella Coeruleoalba di dimensioni minori, per l’assenza del rostro.

«Già intorno alla mezzanotte fra giovedì e venerdì il delfino sembra fosse entrato in coma» ci racconta ancora Nigro. «Poi, però, la somministrazione di un’altra flebo sembrava fosse riuscita a rianimarlo. Un po’ tutti abbiamo sperato che il peggio fosse passato, invece alle prime luci dell’alba Giulia è morta».

La carcassa del piccolo delfino è stata trasportata ieri stesso a Bari. Le cause precise del decesso saranno individuate mediante l’autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari. I risultati dell’autopsia potrebbero servire anche sulla profilassi da seguire in eventuali altri casi similari che dovessero presentarsi in futuro.

«La sua morte ha addolorato un po’ tutti a Torre Colimena» sono ancora le parole del vice presidente della Lega Navale Italiana. «Giulia ci ha fatto vivere un’esperienza indimenticabile. Ha dimostrato di apprezzare le carezze e le coccole di coloro che le sono stati vicino per tutta la notte. Ha combattuto sino alla fine, ma, purtroppo, non ce l’ha fatta».

La logistica dell’intervento è stata curata, oltre che dalla Lega Navale Torre Colimena, anche dai volontari della Jonian Dolphin Conservation (JDC), l’associazione che da oltre quattro anni monitora e tutela la presenza dei cetacei nel Golfo di Taranto, guidati dal coordinatore scientifico Vincenzo Prunella e dal presidente Carmelo Fanizza.

«Negli ultimi giorni i nostri ricercatori, a bordo del catamarano “Taras” della JDC, in due occasioni avevano avvistato nei pressi di Taranto diversi esemplari di Grampus Griseus, fatto già di per sé eccezionale» afferma Vincenzo Prunella. «Mediante l’esame delle fotografie della pinna dorsale del cucciolo deceduto ieri, grazie a un particolare software scientifico di cui dispone il nostro laboratorio, contiamo di verificare se si trattasse di un esemplare già avvistato nei giorni scorsi e la sua eventuale appartenenza a un determinato branco».

Sempre nella giornata dell’altro ieri, un altro piccolo delfino è stato soccorso e tratto nelle acque di Porto Cesareo, dove era finito forse per aver perso la rotta.

Giunti sul posto anche i medici veterinari dell’Asl competente per territorio e personale dell’Area Marina Protetta, il piccolo delfino, della lunghezza di circa 1.20 mt e 35 kg di peso, appartenente alla specie del grampo, è stato rianimato e quindi portato al largo dove ha ripreso la rotta.

 











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