giovedì 03 ottobre 2024


22/08/2013 09:37:20 - Manduria - Attualità

 Fatto affiggere un manifesto a lutto: annuncia la morte del luna park estivo

 “Dopo anni di laboriosa attività dedicata allo svago dei bambini e delle famiglie manduriane nella località balneare di San Pietro in Bevagna, stanno morendo le giostre: a causa di una spropositata tassa sull’occupazione del suolo pubblico (che, sommata agli altri balzelli, supera l’incasso lordo) e a causa della delibera del 26 luglio scorso, attraverso la quale, ancora una volta, ci hanno mandato nella zona del fiume a far divertire i … pesci”.

Come annunciato qualche giorno fa, sui muri di Manduria e di San Pietro in Bevagna è stato fatto affiggere un manifesto listato a lutto con il quale di annuncia la “morte” delle giostrine del luna park, le quali, per il secondo anno consecutivo, sono state “confinate” in una zona estremamente isolata della località rivierasca.

Insieme all’affissione del manifesto, dal sapore chiaramente critico verso il Comune di Manduria, arriva la replica di una dei proprietari delle attrazioni alle precisazioni del sindaco Roberto Massafra.

«Nei primi giorni di luglio, precisamente nei giorni di mandato del sindaco, mi recai in Comune per illustrargli le difficoltà dell’anno precedente e per presentare la mia richiesta di lavoro: montare le giostrine su un terreno privato, preso in fitto, nei pressi dell’ex bar “La rotonda” di San Pietro in Bevagna» ricorda Elvira Cavallone. «Ricordo la risposta ricevuta dal primo cittadino “Decido io dove dovete installare le giostre e non voi”. Già in quel momento ho capito che era iniziata la fine della mia attività lavorativa. Anche se resto convinta che il sindaco abbia il dovere di ascoltare le esigenze dei cittadini e non d’imporsi a proprio piacimento».

La signora Cavallone ricorda ancora come nella delibera del 2012 si specificava che solo in via eccezionale, per quell’anno, il luna park si sarebbe dovuto trasferire nell’attuale area confiscata alla mafia: poi l’Amministrazione avrebbe provveduto ad individuare un’area più centrale.

«Se ho provveduto io stessa a risolvere il mio problema lavorativo, affittando e rendendo agibile un terreno privato, perché il sindaco non ha voluto autorizzarmi? Perché ha continuato ad essere irremovibile nella sua decisione?» si chiede la signora Cavallone. «Il sindaco sostiene poi di aver revocato le vecchie concessioni. Ma come mai alcune giostrine sono ancora installate nella piazza del centro di San Pietro in Bevagna, arrecando a noi poveri esiliati danni economici? Sia ben chiaro: non ho nulla contro questi ultimi. Tutti dobbiamo lavorare e con questo intendo tutti indistintamente. Dunque perché i Vigili non ne hanno chiesto la rimozione, come invece hanno fatto con me, presentandosi, insieme ai carabinieri, in un terreno privato?».











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