lunedì 23 settembre 2024


17/09/2013 09:33:46 - Sava - Attualità

La segnalazione dell’ambientalista Mimmo Carrieri

Nel corso dei lavori di maquillage che stanno interessando piazza Risorgimento, sono stati abbattuti due alberi di Pino d’Aleppo che risalgono agli anni ’40.
«E’ il caso classico del problema che va risolto alla … radice» afferma, con amara ironia, l’ambientalista Mimmo Carrieri. «Erano due alberi d’alto fusto: erano infatti alti circa 20 metri, con un diametro di oltre 2 metri.
Erano posti all’interno della villa comunale e sul marciapiede prospiciente piazza Risorgimento. Gli amministratori del Comune di Sava hanno avuto un anno di tempo per “un’attenta analisi del problema al fine di determinare le possibili soluzioni definitive del dissesto provocato dalle radici in un tratto di marciapiede e del manto stradale”. E quale è stata la “migliore soluzione” adottata? Estirpare gli alberi!».
Secondo Carrieri «ciò è stato deciso senza aver prima consultato un esperto botanico che avrebbe potuto dare dei consigli preziosi ai fini di trovare un’alternativa al problema determinato dall’apparato radicale! La promessa di porre a dimora altre 10 piante di interesse forestale nel “parco pubblico”, da anni in totale stato di abbandono, non compensa il danno ambientale e paesaggistico arrecato con l’abbattimento dei due storici pini. I cittadini (e le mamme in particolare, arrabbiatissime per quanto accaduto), da sempre si sono lamentati della carenza di verde pubblico soprattutto nel centro urbano. Gli amministratori sarebbero dovuti essere in grado di capire che gli alberi in generale, e quelli vetusti in particolare, appartengono ai beni ambientali che danno valore al nostro paesaggio e migliorano la salute e la qualità della vita dei cittadini e che quindi sarebbe stato doveroso ricercare soluzioni alternative al taglio “sic ed simpliciter”.
Gli alberi e il paesaggio da essi generato sono anche la storia, rappresentano la carta di identità del territorio. Ora, con la loro “distruzione”, si sono persi i riferimenti e la storia dei due “Pini d’Aleppo” della villa comunale di Sava».










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