lunedì 23 settembre 2024


14/10/2013 22:40:49 - Sava - Attualità

La vicenda si è conclusa a lieto fine grazie anche all’intervento dei Carabinieri

Si rompe all’improvviso la pompa della sonda gastrica per la nutrizione artificiale e un uomo di 40 anni di Sava, affetto da Tetraparesi Spastica, è stato costretto a restare per un giorno e mezzo senza alimentazione.
L’episodio si è verificato a Sava e ha visto come sfortunato protagonista Sandro, da 5 anni immobilizzato sul letto, dopo essere stato investito, cinque anni fa, da un’automobile a Lecce.
«Inizialmente è stato per circa un anno e mezzo in coma vegetativo» racconta Francesca, la sorella che, insieme ad alcune badanti, accudisce Sandro. «Poi, quando l’abbiamo riportato a casa, si è gradualmente svegliato. Ora è lucido e capisce tutto. Non può però parlare, anche se riesce a farsi comprendere».
Nella serata di venerdì Francesca ha constatato il guasto della pompa dell’apparecchio che consente l’alimentazione di Sandro attraverso una sonda gastrica. Si tratta della Gastrostomia Endoscopica Percutanea, che avviene attraverso una piccola incisione nello stomaco e che è utilizzata per nutrizioni a lungo termine.
«Sandro deve essere alimentato una volta al giorno, con 1.700 calorie: il medico ha deciso che deve avvenire la sera, alle 20,30» fa presente Francesca. «Venerdì sera ho avviato l’apparecchiatura del P.E.G. che contiene la pompa, ma mi ha segnalato un guasto. In particolare, è comparsa a scritta “occlusione”. Per me sono stati dei momenti di panico, non disponendo di un’altra apparecchiatura di riserva. Ho telefonato alla rappresentante dell’azienda che mi ha aiutato ad ottenere questa apparecchiatura e mi ha confermato che quella scritta segnala un guasto non riparabile, consigliandomi di chiederne un’altra. Ho aspettato sino alle prime ore di ieri mattina e poi ho contattato la farmacia dell’ospedale di Manduria (che ha a disposizione queste apparecchiature), ma dopo vari tentativi, intorno alle 9,30, il centralinista mi ha comunicato che il sabato e la domenica è chiusa. Ho allora chiesto aiuto al Pronto Soccorso del “Giannuzzi”, che mi ha riferito che dovevo rivolgermi al medico di guardia. Ho chiamato anche lui, che a sua volta mi ha consigliato di coinvolgere il 118. Devo dare atto che i sanitari del 118 sono stati velocissimi e molto disponibili. In particolare il dott. Contino, che ha anche contattato la Rianimazione del “Giannuzzi”. I medici del presidio ospedaliero manduriano ci hanno chiesto di ricoverare mio fratello. Abbiamo però desistito, sia perché Sandro, avendo compreso la situazione, ci ha fatto capire di non essere assolutamente d’accordo, sia perché, a causa della sua grave situazione clinica, il suo spostamento sarebbe stato estremamente complicato».
La situazione, insomma, rischiava di complicarsi ulteriormente.
«Non vedendo altre alternative, mi sono rivolta ai Carabinieri di Sava. Solo grazie al loro tempestivo intervento, siamo riusciti a metterci in contatto con la farmacia dell’ospedale di Taranto e, poco dopo le 10, un’auto è partita da Manduria per ritirare nel capoluogo una nuova P.E.G.. Intorno alle 13 ieri ho potuto nuovamente alimentare mio fratello. Voglio pubblicamente elogiare i Carabinieri: senza di loro, la vita di mio fratello sarebbe stata davvero a rischio».










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