lunedì 23 settembre 2024


21/10/2013 12:10:28 - Manduria - Politica

«Voglio spendermi per il partito perché credo nel Pd. Vorrei far rientrare nel partito chi, per vari motivi, è andato via e vorrei avviare un dialogo con tutti quei movimenti civiche e associazioni, sorti, probabilmente, come forma di rigetto verso un tipo di politica. Vorrei, poi, un Pd che sia fra la gente e sempre proteso a risolvere i problemi della gente»

 
Mario D’Oria, avvocato, primo dei non eletti nelle ultime Comunali, illustra obiettivi ed idee alla base della sua candidatura a segretario cittadino del Pd.
«Il mio desiderio di candidarmi è maturato al termine delle Comunali, quando già si iniziava a parlare di congressi nazionale e locali» afferma D’Oria, in passato già consigliere comunale. «Il Pd era andato lentamente smembrandosi e le Comunali sono state perse per tutta una serie di cause. Dentro di me è nata la voglia di spendermi per cercare di “recuperare” tutta quella gente che, nel tempo, ha abbandonato il Pd. Tutti coloro, cioè, che ancora vogliono parlare di politica e dei veri problemi della città (ospedale, depuratore, ecc). Non mi interessano, invece, coloro che guardano alla politica esclusivamente per un proprio tornaconto, magari legato alle cariche politiche».
Il dialogo, quindi, è lo strumento che Mario D’Oria intende utilizzare per rilanciare il partito a Manduria.
«La mia posizione in merito alle mozioni? Sono indubbiamente più vicino a Renzi, perché mi sembra un innovatore. Ma questa scelta non deve rappresentare una palla al piede. Mi spiego: se a livello provinciale, regionale o nazionale, altri esponenti del Pd dell’area Renzi dovessero penalizzare, con le loro scelte, il nostro territorio, io non avrò paura a battermi anche contro uno esponente del mio partito e della mia corrente.
Proprio per questo non ho condiviso la scelta di tanti ex iscritti di lasciare il Pd: le battaglie vanno condotte dall’interno e sempre per il bene della città. Quanti rientreranno alla base? Questo, al momento, non posso chiaramente dirlo. Voglio anche precisare che l’invito non è circoscritto sino alla data del congresso. Mi farebbe piacere se il loro ritorno si concretizzasse prima dell’assemblea in cui si voterà il nuovo segretario, perché quella è la sede per discutere dei problemi. Ma, qualora dovessi essere eletto io, la porta della sezione del Pd resterà aperta anche dopo la celebrazione del congresso».










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