domenica 29 settembre 2024


22/10/2013 08:34:08 - Manduria - Attualità

Si tratta di 45 famiglie che vivono in una situazione prossima all’indigenza

Il Movimento delle Famiglie Disagiate di Manduria si rivolge anche al governatore della Regione Puglia, Niki Vendola e all’assessore regionale al Welfare, Elena Gentile.
«Da voi attendiamo un gesto di sensibilità nei confronti di cittadini onesti che, per vari motivi, si trovano in condizioni disagiate e in grosse difficoltà per affrontare la vita quotidiana e per conservare un tetto» è riportato nella lettera inviata ai vertici regionali dalle 45 famiglie manduriane che vivono in una situazione prossima all’indigenza. Nuclei familiari con entrambi i coniugi che hanno perso il lavoro, oppure alle prese con le proprie aziende artigianali che sono state costrette a chiudere a causa dell’alta pressione fiscale. In alcune di queste famiglie vi sono anche dei figli diversamente abili.
«Abbiamo cercato di coinvolgere il sindaco del Comune di Manduria e il Prefetto di Taranto, ma non abbiamo ricevuto soluzioni concrete alle nostre difficoltà, bensì solo suggerimenti. Vi rivolgiamo la nostra supplica per trovare soluzioni a questo stato di perdita della nostra dignità: siamo alla disperazione, ci vediamo abbandonati da tutti e, pur di non perdere quella poca dignità che ci è rimasta, non riusciamo a recarci presso le case di accoglienza o presso la Caritas, ma alcuni di noi sono arrivati a rovistare fra i rimasugli dei cassonetti».
Molto dura la parte finale della lettera.
«Dove ci vuole portare la politica locale e del Governo? Siamo ancora rispettati e ritenuti come gli extra comunitari o, per ottenere qualcosa (diritti legiferati dalla Repubblica Italiana), dobbiamo imbarcarci dalla nostra zona per poter approdare sulle coste della Sicilia? C’è tanta rabbia e sconforto ma abbiamo ancora fiducia nelle istituzioni. Ecco perchè ci rivolgiamo ai diversi livelli, affinchè non si arrivi alla disperazione o alla perdita della ragione. Altrimenti potrebbero accadere cose incomprensibili e non sarebbe giusto per i nostri figli e per tutti i figli che stanno crescendo».










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