mercoledì 25 settembre 2024


13/12/2013 15:43:34 - Salento - Attualità

L’ecotassa equivale a 25,80 euro per ogni tonnellata di rifiuti conferita in discarica. Il sindaco di Lecce scrive a Vendola: “Sospendila”

Non si finisce mai di pagare. E così, dopo il passaggio dalla Tarsu alla più onerosa Tares, il 2014 porterà con sé anche l’ecotassa. Per alcuni l’ennesimo balzello scaricato sulle spalle dei contribuenti, per altri l’unica via che costringerà i Comuni a organizzarsi e migliorare le performance di raccolta differenziata.
Tradotto, significa che gli enti dove la raccolta non ha raggiunto il livello minimo del 40%, dovranno pagare un tributo speciale, l’ecotassa appunto, pari a 25,80 euro per ogni tonnellata di rifiuti conferita in discarica.
Il Comune capoluogo, quindi, che in questi giorni sta inviando ai cittadini l’avviso di pagamento del saldo Tares con un aumento del 20% rispetto al 2012, dovrà pagare alla Regione oltre un milione e 200mila euro. “Reo” di non esser riuscito a superare la soglia del 16,5% di raccolta differenziata. Come poi l’esborso di questa somma da parte dell’ente si scaricherà sui cittadini leccesi è ancora da vedere.
Palazzo Carafa - in seno al consorzio Ato - lavora ormai da anni al progetto che toglierà i cassonetti dalle strade e che, in sei mesi, dovrà portare la differenziata oltre la soglia del 40%. La gara per l’affidamento del nuovo servizio, che vale più di 120 milioni in nove anni, è stata espletata un anno e tre mesi fa, ma è rimasta poi congelata dai contenziosi sorti fra le imprese concorrenti. Fino a tre giorni fa, quando il Consiglio di Stato, ribaltando il precedente verdetto del Tar, ha annullato tutto, costringendo l’amministrazione comunale a rivedere i suoi piani.
Cosa accadrà è ancora un mistero, perché il ventaglio delle opzioni possibili è nutrito, ma di certo i tempi si allungheranno e i leccesi continueranno a buttare nei cassonetti sacchetti pieni di materiali che è possibile differenziare e riciclare. E pagare l’ecotassa - per quanto negli uffici ci sia chi la ritiene «un’angheria visto come sono andate le cose con la gara» - potrebbe essere inevitabile. Almeno nel 2014.
«L’applicazione dell’ecotassa - ha spiegato il dirigente del servizio Rifiuti regionale Giovanni Campobasso - è un adempimento comunitario, non possiamo sottrarci. E del resto, con la legge 38 del 2011 che ha istituito in Puglia l’ecotassa, la Regione ha previsto anche alcune premialità, per un totale di 10 milioni di euro, dedicate agli enti virtuosi. Entro venerdì prossimo sapremo cosa farci».
Non basterà questo a mettere a tacere le proteste che già si levano dall’Anci e dai singoli Comuni. Che sottolineano come sia stata proprio la Regione a non chiudere il ciclo dei rifiuti, realizzando quegli impianti di compostaggio che, soli, possono “digerire” la frazione organica del rifiuto abbattendo di molto le quantità conferite in discarica. In Salento di impianti simili non ce ne sono e, in più, finora soltanto Casarano e Cavallino si sarebbero detti disponibili ad ospitarne uno. Ma è pur vero che qualcuno ce l’ha fatta a portare la differenziata anche oltre il 50%, il che leverebbe agli altri Comuni ogni alibi. Il presidente Nichi Vendola lo ha detto chiaramente: avanti con l’ecotassa perché la differenziata non ammette altri ritardi.
Ma se a mettere i bastoni fra le ruote già lente degli enti locali ci sono anche i contenziosi sulle gare per i nuovi servizi, come è avvenuto a Lecce, allora la matassa dei rifiuti in Salento come in Puglia potrebbe aggrovigliarsi ancora di più. E dietro le polemiche fra Lecce e Bari, il ciclo dei rifiuti continuerebbe ad arricchire chi finora ha gestito impianti, discariche e trasporto impoverendo i cittadini, che dovranno pagare servizi vetusti e “tributi speciali”.










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