lunedì 23 settembre 2024


20/04/2014 08:22:32 - Sava - Attualità

Gli scout savesi hanno portato le palme benedette ai detenuti del carcere di Taranto e ai ragazzi della comunità Emmanuel

 
Una … cella per amico per i giovani novizi dell’Orsa Maggiore del Gruppo Scout Sava 1 nella Domenica delle Palme.
La casa circondariale di Taranto, grazie alla disponibilità della direttrice Stefania Baldassarri, ha aperto i suoi cancelli ai giovani scout savesi, che si sono ritrovati catapultati in una realtà di cui non si erano mai interessati prima. Il gruppo è stato accolto dal responsabile dell’Area Trattamentale del carcere, dal cappellano don Francesco e da una delegazione di detenuti. «Nella sala convegno si è celebrata la funzione della benedizione delle palme, preparate e portate dai ragazzi del Noviziato in dono ai detenuti» racconta la Capo Fuoco degli scout, Anna. «Si è trattato di una celebrazione breve ma che ha procurato non poca emozione sia tra i detenuti che tra gli stessi ragazzi. Subito dopo il rito della benedizione i giovani dell’Orsa Maggiore Beatrice, Claudia, Davide, Domiziano, Fabiola, Giulia, Guido, Laura, Matteo, Nicoletta e Roberta hanno consegnato ai detenuti presenti le palme benedette con l’augurio di una Pasqua diversa. E’ stato questo uno dei momenti più intensi e più commoventi della giornata: i giovani, dapprima intimoriti, hanno ascoltato le brevi storie che ognuno dei detenuti ha voluto narrare di sè, senza nascondere la propria emozione, che si avvertiva sia nel tono della voce che dagli occhi lucidi. Siamo entrati nel carcere con l’intenzione di portare una luce di speranza, un ramoscello di ulivo, che significa pace, in un luogo che, comunque, vogliamo tenere lontano dalle nostre comode vite, un luogo che… tanto non ci appartiene e ne siamo usciti profondamente colpiti».
Tutti i ragazzi dell’Orsa Maggiore, si sono “mescolati” con i detenuti, hanno pregato mano nella mano il Padre Nostro, si sono abbracciati scambiandosi gli auguri, hanno riso alle loro battute e si sono commossi alle loro storie.
«Hanno realizzato in quel poco tempo di convivenza che dietro gli “articoli 21” ci sono persone, uomini che pagano a caro prezzo gli errori commessi, ma che pure hanno in cuore la speranza di riscattarsi e tornare ad essere uomini liberi, capaci di ritrovare il proprio spazio in una società che sappia dare loro una nuova occasione di vita».
I giovani dell’Orsa Maggiore hanno poi visitato anche la Comunità Emmanuel di Oria.











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