domenica 29 settembre 2024


31/05/2014 08:11:10 - Manduria - Attualità

La protesta contro gli interventi in tema di viabilità

Serrande abbassate per tutta la mattinata per circa cento attività commerciali del centro della città. I titolari e i loro dipendenti, che auspicano misure per arginare la crisi legata anche alla viabilità “ballerina” di corso XX Settembre, dopo aver sfilato per alcune centinaia di metri (dall’area antistante la chiesa di Santa Maria a piazza Garibaldi), sono stati ricevuti dal sindaco Roberto Massafra.
Nell’aula consiliare, oltre ad altre cartelli, è stato issato uno striscione emblematico. Vi sono raffigurati i volti di alcuni commercianti storici della zona, collegati, attraverso un fotomontaggio, ad altrettanti corpi maschili in mutande. Sullo striscione, poi, campeggia una scritta: “Queste non in toccano”.
Chiara l’allusione. Dopo essere rimasti in “mutande”, i commercianti non hanno intenzione di subire oltre. E lo chiariscono con un’altra frase stampata con caratteri più piccoli: “La politica non metta in liquidazione le imprese”.
Come già ampiamente riportato ieri nell’intervista al presidente della sezione di Manduria di Confcommercio, Dario Daggiano, i commercianti contestano i provvedimenti adottati, negli ultimi quattro anni, in tema di viabilità e reclamano il ripristino del doppio senso di circolazione lungo corso XX Settembre.
«E’ stato introdotto dapprima il senso unico in direzione Sava» hanno ricordato nei vari interventi. «Un paio di mesi fa è stato invertito il senso di marcia, impedendo, di fatto, l’ingresso dei potenziali utenti dei centri vicini, che arrivano da Sava, di entrare nel centro della città. L’Amministrazione non ha neanche installato la segnaletica per indicare il modo di giungere al centro di Manduria, visto che non è più possibile farlo attraverso corso XX Settembre. Il nostro incasso è stato sempre basato, almeno per l’80%, proprio dalla clientela dei paesi vicini. Da alcuni mesi, pertanto, molte attività sono cessate e molte altre sono sul punto di chiudere».
Le circa 100 attività commerciali rappresentate danno lavoro a circa quattrocento famiglie.
«Nel mese di marzo, per ben 8 giorni, la chiusura serale del registratore di cassa ha segnato zero euro di entrate» ha raccontato Giovanni, un commerciante di abbigliamento di corso XX Settembre. «A questi 8 giorni, occorre aggiungere le almeno 4 domeniche. Nei restanti 16 giorni, ho incassato da 60 a 100 euro. La stessa cosa è accaduta ad aprile e a maggio. Questi introiti non sono sufficienti neppure a pagare il consumo dell’energia elettrica e l’affitto. Ho provato a chiedere agli altri colleghi commercianti e ho notato che la loro situazione non si discosta dalla mia. Perché la politica vuol far sparire tutte le attività commerciali del centro?».











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