lunedì 30 settembre 2024
«Non è vero che voglio dedicarmi ad altro: spero in un accordo che dia buoni frutti»
Questa la nota integrale che ci è giunta dall’impresa che gestisce il Parco, a firma di Grazia Sammarco.
«Nonostante le polemiche di quest’ultimo periodo, il Parco Archeologico delle Mura 
Messapiche di Manduria sta continuando a mietere successi, cosa non nuova da quando la gestione, da circa due anni, è in mano a Gregorio Tarentini, titolare dell’unica ditta manduriana di fiducia della Soprintendenza. Negli ultimi giorni si sono avvicendati nutriti gruppi di turisti, provenienti sia dal Belpaese che dall’estero, desiderosi di immergersi nelle bellezze di uno dei parchi archeologici più grandi d’Italia, e soddisfatti di ciò che hanno potuto ammirare e ascoltare durante la visita guidata.
Messapiche di Manduria sta continuando a mietere successi, cosa non nuova da quando la gestione, da circa due anni, è in mano a Gregorio Tarentini, titolare dell’unica ditta manduriana di fiducia della Soprintendenza. Negli ultimi giorni si sono avvicendati nutriti gruppi di turisti, provenienti sia dal Belpaese che dall’estero, desiderosi di immergersi nelle bellezze di uno dei parchi archeologici più grandi d’Italia, e soddisfatti di ciò che hanno potuto ammirare e ascoltare durante la visita guidata.Il Parco Archeologico di Manduria sta vivendo, come forse saprete, un periodo non facile dovuto alle polemiche suscitate dall’incerto destino a cui esso sta purtroppo andando incontro: il sig. Tarentini è ormai stanco di dover sopportare da solo le ingenti spese gestionali che un’area così grande comporta, e il Comune non vuole o non può fare abbastanza per venirgli incontro, costringendolo molto probabilmente a rinunciare a un progetto in cui ha creduto tantissimo sin dall’inizio e che ha saputo dare grandi soddisfazioni non solo a lui e alle ragazze che con lui collaborano, ma all’intera città, che ha guadagnato fama e prestigio e si è liberata di una alquanto limitativa fama legata solo ai suoi prodotti enogastronomici. Perché Manduria non è solo buon vino, e il successo riscosso dal Parco l’ha dimostrato ampiamente. Infatti, in un biennio di gestione appassionata, in cui la struttura è rimasta aperta ogni giorno, festivi inclusi, assicurando sempre il servizio guida anche in lingua straniera, in cui è stata risanata dallo stato di abbandono e di degrado in cui versava, il turismo manduriano ha vissuto una totale inversione di tendenza in positivo, assicurando alla città messapica un posto d’onore tra le perle del Salento.
E adesso? Tarentini ha alzato un polverone, ma sembra che la sua voce non sia stata ascoltata sufficientemente e che le sue richieste non possano essere accontentate, e così da qualche giorno si parla di affidare la gestione alle associazioni culturali manduriane, alcune delle quali se ne erano già occupate prima della suddetta impresa privata, con risultati non particolarmente degni di nota. Perché gestire e organizzare un’area di oltre 15 ettari non è affatto semplice, non significa solo aprire e chiudere i cancelli negli orari stabiliti, ma anche e soprattutto portare avanti un immane lavoro di manutenzione e pulizia, oltre che di promozione su larga scala. E questo è proprio ciò che l’attuale gestione ha cercato di fare, partecipando, tra le tante altre cose, all’incontro annuale della Banca Internazione del Turismo di Paestum, una vetrina che si è rivelata importantissima per convogliare a Manduria centinaia di turisti da tutto il mondo.
Il sig. Gregorio Tarentini ha sempre pensato in grande, e le sue richieste al Comune avevano proprio lo scopo di cercare di trovare un accordo per rilanciare ancor meglio una risorsa così preziosa. Il suo obiettivo non era dare il via a sterili polemiche o abbandonare per dedicarsi ad altro, come in molti hanno pensato, bensì gettar luce sul fatto che il Parco Archeologico ha delle potenzialità assai più grandi di quelle che si possono cogliere ad un’analisi superficiale, ma per far uscire fuori queste potenzialità servono maggiore collaborazione e maggiori risorse.
Ora si spera in un accordo che dia buoni frutti, e che lo faccia in fretta, perché è davvero un peccato che vengano vanificati tutti gli sforzi e i traguardi raggiunti in questi ultimi anni. Perché il Parco Archeologico delle Mura Messapiche non merita di tornare ad essere un inestimabile tesoro nascosto sotto cumuli di terra e oscurato dai diabolici meccanismi della burocrazia».
Grazia Sammarco
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