lunedì 23 settembre 2024


24/07/2014 18:50:15 - Manduria - Politica

L’ex vice sindaco attacca Massafra: «Si è voluto dare spazio a coloro che erano stati penalizzati dal voto delle Comunali dello scorso anno, sconfessando i principi cardine che avevano contribuito al successo di una coalizione impostata sul civismo»

«Ciò che è accaduto a Manduria non è un semplice rimpasto, ma un vero ribaltone politico. Si è voluto dare spazio a coloro che erano stati penalizzati dal voto delle Comunali dello scorso anno, sconfessando i principi cardine che avevano contribuito al successo di una coalizione impostata sul civismo».
Nicola Muscogiuri, vice sindaco nel primo anno della consiliatura-Massafra, è uno dei “tagliati” illustri, vittima della crisi amministrativa. Con lui altri tre assessori, tutte donne. Quattro bocciati e due soli assessori confermati. Possibile che le responsabilità del fallimento siano da ascrivere solo ai quattro assessori che escono fuori dall’esecutivo?
«Tutti sanno che non è così» afferma Nicola Muscogiuri. «Sia io che le altre tre colleghe della giunta ci siamo spesi al massimo per cercare di dare delle risposte alle richieste della gente. Gli avvicendamenti in giunta rispondono solo alla logica del ribaltone, finalizzato all’entrata in maggioranza di altri partiti. Non credo si tratti, dunque, di bocciature per incapacità di questo o quell’assessore. Se così fosse, il sindaco avrebbe cercato all’interno della maggioranza i sostituti. Sindaco che, al pari di tutti, non è affatto esente da colpe: il suo ruolo è fondamentale nel funzionamento di una coalizione così come l’allenatore è fondamentale per una squadra di calcio. Non dimentichiamo, poi, che il primo anno è comunque difficile per tutti, ancor di più in una città come Manduria ha tantissimi problemi».
Dall’esterno si è avuta l’impressione che l’Amministrazione sia stata distante dalla gente. Sono state assunte tante decisioni senza neppure registrare l’umore della cittadinanza.
«Lo scollamento indubbiamente esiste» conferma Muscogiuri. «Credo che il sindaco non abbia la percezione degli umori della gente. Il tempo che non gli sottrae il lavoro, lo passa nel municipio. Dovrebbe invece stare fra la gente ad ascoltare i pareri e le proposte. Ritengo, poi, che una città come Manduria non possa permettersi un sindaco part-time».
C’è stata anche l’impressione che sia mancato il gioco di squadra e che i gruppi politici abbiano seguito percorsi disomogenei.
«Se ciò è vero, sarebbe spettato al sindaco resettare il tutto e rimotivare la squadra, cementando le divisioni. Fatto salvo il rapporto personale (non ho nulla da contestargli), al sindaco contesto tante scelte politiche e il mancato rispetto di alcune regole fondamentali. Non può decidere di passare sui “cadaveri” di coloro che hanno portato consensi alla sua coalizione, consentendogli di vincere le elezioni. Tutto ciò solo per conservare il potere e la poltrona. Come ha potuto, poi, sostituire noi con chi lo ha criticato per tutti questi mesi? Forse ha tentato di far entrare in maggioranza anche l’opposizione per sedare le critiche? E perché a Lariccia, che mi ha sempre contestato, non gli è stata assegnata la delega alle Finanze e al Bilancio? Sarei stato curioso di vedere cosa sarebbe stato capace di fare al mio posto. Invece, ha preferito delle deleghe più semplici da gestire».
Cosa prevede per il futuro?
«Vedo una strada in salita. Vedo gente che è affascinata solo dalla poltrona. Altrimenti non capisco come mai la Lista Girardi sia stata costretta a ingoiare tanti rospi e, nonostante ciò, si ritrovi ancora in maggioranza…».










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