domenica 29 settembre 2024


07/08/2014 11:14:17 - Manduria - Attualitą

«Credo che gli amministratori siano caduti in una trappola»

«Abbiamo fatto di tutto, ma, alla fine, sono stati assunti impegni molto gravosi, che accantonano definitivamente il problema della verifica degli effetti dello scarico in mare e della barriera anti contaminazione salina della falda acquifera principale con posizioni assurde sulle vasche, le cave e i pozzi sperdenti. Il pacchetto di proposte migliorative è rimasto irricevibile senza la previa accettazione dello scarico in mare».
Fra i delusi dell’esito del confronto-bis con l’assessore Giannini vi è anche il docente universitario Mario Del Prete, che, insieme al collega Caliandro, ha elaborato, tempo fa, una soluzione alternativa allo scarico in mare dei reflui. Le acque del depuratore sarebbero servite ad arginare la contaminazione salina della falda attraverso il loro sversamento in pozzi sperdenti.
«La firma su quel verbale potrebbe costituire l’accettazione della capitolazione da parte dei tre sindaci» è l’opinione di Mario Del Prete, presente al confronto come esperto tecnico delle delegazioni dei Comuni di Manduria, Avetrana ed Erchie. «Io ho seri dubbi che la condotta sottomarina venga poi utilizzata solo in casi eccezionali. Temo che, una volta costruita, sversi in mare i reflui per 10 mesi all’anno».
Le perplessità del prof. Del Prete sono condivise da molti altri ambientalisti.
«Credo che gli amministratori siano caduti in una trappola» continua ancora Del Prete. «Non so se per ingenuità, oppure perché la Regione avrebbe promesso, in cambio dell’assenso, finanziamenti per altre opere. Non avrebbe senso, altrimenti, la chiusura rigida di Regione Puglia e Aquedotto Pugliese alla mia proposta. Oggi mi si obietta che la gara è stata già aggiudicata e, quindi, i diritti acquisiti da quell’azienda sono intoccabili. Ma perché, allora, non è stata presa in considerazione due anni fa, quando la gara non era stata ancora aggiudicata? La mia proposta è una realtà dal 1967 in Spagna e ancor prima negli Stati Uniti. L’acqua sanificata, se davvero sarà trattata con le tecnologie della Tabella 4S, non si spreca. Sarebbe una follia riversarla in mare: si tratta di una risorsa preziosissima in un’area, come la nostra, che è a rischio di desertificazione».
Del Prete, che ha da anni offerto gratuitamente la propria consulenza agli ambientalisti in lotta contro lo scarico in mare dei reflui, ha individuato una “falla” al progetto di Regione e Aqp.
«Ritengo vi sia un errore progettuale» prosegue il docente universitario. «Manca l’indicazione su dove finiranno i reflui scaricati. Utilizzando dei traccianti, noi potremmo poi dimostrare il livello di inquinamento delle acque. E’ una ipotesi di lavoro, che speriamo non sia stata vanificata da quelle firme apposte nel verbale approntato lunedì…».










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