lunedì 23 settembre 2024


12/08/2014 20:27:20 - Sava - Attualità

 

 Il pagaiatore, originario di Sava ma tesserato per la Canottieri Firenze, ha vinto la medaglia d’oro nei campionati del mondo di velocità di paracanoa

Il pagaiatore, originario di Sava ma tesserato per la Canottieri Firenze, ha vinto la medaglia d’oro nei campionati del mondo di velocità di paracanoa, terminati ieri a Mosca. Buccoliero ha trionfato nella categoria V1 LTA.

L’azzurro, punta di diamante della nazionale di paracanoa guidata dal dt Stefano Porcu e fresco vincitore del titolo europeo sulle acque di Brandeburgo, ha saputo mettere tutti in riga vincendo anche la medaglia d’oro mondiale in 50”368 davanti al britannico Martin Tweedie (51”369) e al russo e padrone di casa Aleksei Egorov (51”806). Dietro all’azzurro anche gli atleti di Ungheria, Germania e Brasile, tra le nazioni più quotate sulla carta.

La gara del fortissimo atleta di origini savesi è stata però preceduto da un giallo. Buccoliero, infatti, solo poche ore prima dell’orario previsto per la sua gara ha saputo di essere stato “riclassificato”, ovvero di dover gareggiare con atleti potenzialmente più forti, perchè più vicini ai normodotati. Buccoliero ha invece sempre fatto parte della categoria TA, quella che è prevista nel programma olimpico. L’atleta, anche su consiglio del suo allenatore Marco Guazzini, ha deciso di gareggiare lo stesso, riuscendo comunque a laurearsi iridato.

Ma a gara finita, resta comunque l’amarezza per una vicenda che ha dei contorni ancora surreali. Diversamente da lui, ad esempio, l’altra azzurra Veronica Yoko Plebani, a sua volta tra le favorite nella sua categoria, dopo vicenda analoga ha deciso di non gareggiare. Anche lei, campionessa europea in carica nella categoria TA (Tronco e Arti superiori) come Buccoliero, è stata “declassata” nella categoria LTA (Arti inferiori, tronco e arti superiori) in seguito ad un ricorso presentato dagli inglesi e accolto dal comitato organizzatore.

“La vicenda – ha commentato lo stesso Guazzini – non finisce certo qui. La spedizione azzurra ha presentato ricorso e stiamo lavorando per dare al ragazzo quello che gli spetta: la possibilità di continuare a coltivare il sogno olimpico per cui sta lavorando duramente da tre anni. Resta la soddisfazione di un ennesimo titolo di prestigio, ottenuto peraltro in condizioni psicologiche non ideali”.

L’atleta, invece, in attesa degli sviluppi, e comprensibilmente amareggiato, anche se al contempo orgoglioso di aver comunque fatto un’impresa, ha preferito non commentare. 











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