sabato 28 settembre 2024


12/10/2014 17:40:33 - Manduria - Attualità

I Verdi si rivolgono nuovamente al Ministero dell’Ambiente e della difesa del Territorio e del Mare per richiedere un intervento che blocchi l’iter relativo alla costruzione della condotta sottomarina del depuratore consortile di Manduria e Sava

«Ciò che sta accadendo con depuratore consortile di Carovigno, i cui reflui stanno inquinando Torre Guaceto, sia da lezione. Si eviti che lo stesso scempio si verifichi anche al litorale di Manduria».
I Verdi si rivolgono nuovamente al Ministero dell’Ambiente e della difesa del Territorio e del Mare per richiedere un intervento che blocchi l’iter relativo alla costruzione della condotta sottomarina del depuratore consortile di Manduria e Sava.
«La recente vicenda del depuratore consortile di Carovigno, che, appena inaugurato, ha riversato a Torre Guaceto reflui non adeguatamente depurati, con conseguente decisa presa di posizione da parte del Ministero dell’Ambiente, ha indotto noi Verdi a riproporre al suddetto Ministero la segnalazione da noi già inviata in data 20 novembre del 2012» rendono noto i Verdi di Manduria. «Noi dicevamo allora, e ripetiamo oggi, che il sistema di depurazione delle acque attuato dalla Regione, basato sul collettamento in grandi impianti di reflui non separati all’origine, con successivo scarico in mare, è, ad oggi, fonte di inquinamento per i nostri mari e lo sarà a maggior ragione domani per il litorale ionico-salentino, qualora entrassero in funzione tutti i depuratori. In particolare, richiamandoci al più elementare principio di precauzione, chiedevamo e chiediamo che sia interrotto l’iter realizzativo del depuratore consortile di Manduria-Sava, la cui condotta di scarico andrebbe a sfociare al centro di una vasta prateria di “posidonia oceanica”, in un Sito di Importanza Comunitaria (SIC)».
I Verdi non si fidano dei pareri contrari sullo scarico in mare espressi da tutti i candidati alla presidenza della Regione. Anzi, invitano il sindaco Massafra a farsi promotore di un’altra iniziativa.
«Poiché di parole rassicuranti in questi anni ne abbiamo ascoltate molte, ma di atti concreti non ne abbiamo visto nessuno, invitiamo i nostri amministratori a non trascurare nessuna iniziativa per impedire che questa opera si faccia.
In particolare, il sindaco di Manduria dovrebbe, a nostro avviso, utilizzare questa occasione, in cui i riflettori del Ministero dell’Ambiente sono accesi sulla Puglia per intraprendere, insieme con tutti gli altri sindaci dei Comuni costieri, e comunque interessati al problema, facendo riferimento al protocollo d’intesa siglato in data 30 aprile 2012, un’azione forte di protesta presso il suddetto Ministero. Si deve tener conto che, oltre che dagli scarichi fognari, lo Ionio è minacciato dalle attività di ricerca di idrocarburi, autorizzate dal governo ad alcune grandi compagnie petrolifere. Che cosa resterà allora da offrire ad ipotetici turisti e ai nostri figli?».










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