lunedì 23 settembre 2024


13/12/2014 13:53:15 - Sava - Attualità

L’intervento del col. Sirimarco

Un epigrafe per ricordare l’opera dell’Arma dei Carabinieri e il sacrificio di tanti suoi “figli” nel secondo centenario della sua istituzione. E’ stata scoperta ieri mattina, nell’atrio del municipio, alla presenza del Comandante provinciale del Corpo, col. Silvano Daniele Sirimarco, del Comandante della Compagnia di Manduria, cap. Pasquale Del Giudice, e del Comandante della Stazione di Sava, mar. Edoardo Quaranta, e di altre autorità militari (il dirigente del Commissariato di Polizia di Manduria, dott. Francesco Correra), civili (il sindaco Dario Iaia e la sua giunta) e religiose.
La cerimonia, promossa dall’Amministrazione Comunale (che si è avvalsa della collaborazione del Gruppo Culturale Savese), è stata aperta dal primo cittadino savese, il quale ha ricordato sia alcuni dei carabinieri che si sono distinti per atti di eroismo, come il mar. Salvo D’Acquisto e l’ufficiale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sia i cinque Carabinieri savesi Caduti nel corso della Prima Guerra Mondiale (Pietro Solito) e della Seconda Guerra Mondiale (Antonio Pichierri, Antonio Spagnolo, Cosimo Pichierri e Francesco Lomartire). Di ognuno di loro, alcuni alunni della scuola primaria di Sava portavano al collo le rispettive foto e le notizie sulle date e sui campi di battaglia in cui hanno perso la vita. Iaia ha anche reso omaggio ai 133 soldati savesi Caduti in tutte le guerre e a coloro che sono ritornati a Sava invalidi o mutilati.
Dopo l’esibizione del coro diretto da don Pierino Pesare, un carabiniere di Sava, Cosimo Raho, in forza al Nucleo Radiomobile di Manduria (insignito della Medaglia d’Argento al valore), ha scoperto l’epigrafe, che ricorda i 200 anni di gloriosa attività dell’Arma.
«Le 200 candeline dell’Arma portano i nomi e i cognomi dei tanti eroi che hanno indossato la divisa» ha affermato il Comandante provinciale dei Carabinieri, col. Sirimarco. «E’ questa una “ferita” che abbiamo trasformato in ricordo, poi memoria e quindi valore. Vittorio Emanuele I creò i Carabinieri perché voleva un corpo speciale per garantire una maggiore solidità al controllo in un periodo di disordini che ricorda quello attuale.
Ho apprezzato la scelta di condividere questo momento con gli studenti del posto: è importante conoscere la storia di questo Paese, di cui noi siamo gelosi custodi. Il traguardo dei 200 anni è per noi un richiamo severo al nostro impegno e alla nostra responsabilità: dobbiamo sempre avvertire la necessità di essere migliori, poiché siamo un punto di riferimento per ogni paese della nostra nazione. Dobbiamo superare i momenti di debolezza e di crisi diffusa che l’Italia vive, senza mai perdere il vero senso della vita».











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