sabato 28 settembre 2024


21/12/2014 10:14:41 - Manduria - Attualità

Il resoconto del convegno di Legambiente

La fitodepurazione, processo naturale che non solo non inquina ma che addirittura contribuisce a creare habitat umidi di grande pregio faunistico e, più in generale, ambientale, come alternativa allo scarico in mare.
Mentre la Regione Puglia continua a nicchiare sulle reiterate richieste delle comunità del versante orientale della provincia di eliminare la condotta sottomarina, da Manduria, il circolo locale di Legambiente indica un’altra strada alternativa. Per farlo, ha invitato a raccontare l’esperienza di fitodepurazione di Melendugno, nel leccese, direttamente a Cosimo Giannuzzi, responsabile del monitoraggio dell’impianto.
«Abbiamo voluto dimostrare che c’è una via naturale per la depurazione che la Regione Puglia potrebbe ritornare a prendere in considerazione» afferma il presidente del circolo di Manduria di Legambiente, Giuseppe De Sario, tracciando il consuntivo del convegno dell’altro ieri sera. «Alcuni anni fa era proprio la Regione Puglia a caldeggiare questa soluzione come recapito finale dei reflui depurati. Poi, d’improvviso, vi fu una decisa virata verso le condotte sottomarine, proposte per tanti depuratori del Salento, compreso quello di Manduria e Sava. Francamente non riusciamo a comprenderne i motivi».
Al convegno, al quale è intervenuto anche Maurizio Manna, direttore di Legambiente Puglia, sono stati rimarcati i vantaggi ambientali di questa soluzione.
«A Melendugno, dopo 5 anni, la popolazione è contentissima di questo recapito finale» prosegue Giuseppe De Sario. «Anzi, nell’area della fitodepurazione, si è creata un’area di straordinaria importanza per la flora e la fauna: è ricca di varie specie animali e vegetali. Non è vero, poi, che la fitodepurazione è indicata solo per piccole comunità, così come è falso che a Melendugno esista la condotta sottomarina come soluzione emergenziale. Abbiamo intenzione di promuovere delle visite nel centro leccese, coinvolgendo prima i tecnici e gli amministratori della zona e poi anche le scolaresche».
Restano due scogli da superare: la volontà della Regione Puglia e la gara d’appalto già aggiudicata.
«Circa la volontà della Regione, è fondamentale la maturità politica e l’impegno di coloro che si candideranno a guidare la Puglia nella prossima legislatura: non potranno non prendere atto del dissenso generale verso lo scarico in mare. La gara d’appalto aggiudicata? Io credo che esistano margini giuridici che consentano alla Regione di prendere atto della scelta tecnica sbagliata e di modificare la parte del progetto relativa al recapito finale».











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