sabato 28 settembre 2024


06/02/2015 19:21:38 - Manduria - Attualità

E’ il tema di una iniziativa che, promossa congiuntamente dal movimento “Giovani per Manduria” e dalla sezione di Manduria del partito dei Verdi

“Cose nostre: per un uso sociale dei beni confiscati alla mafia”.
E’ il tema di una iniziativa che, promossa congiuntamente dal movimento “Giovani per Manduria” e dalla sezione di Manduria del partito dei Verdi, mira a stimolare gli enti competenti a superare le difficoltà che impediscono, da anni, il riutilizzo a fini sociali dei tanti immobili confiscati alla mafia, che si trovano in città o lungo la litoranea. La città messapica è la seconda in provincia, dopo il capoluogo, per numero di beni immobili confiscati, da ormai alcuni lustri, alla mafia, ma che restano chiusi e inutilizzati, nonostante una legge ben precisa che stabilisce la possibilità della loro concessione in uso ad associazioni o movimenti che operano nel sociale.
Oltre a cercare di comprendere le ragioni che bloccano ancora questo iter, con il convegno, programmato per giovedì 12 febbraio, alle ore 18,30, presso il convento di San Francesco, si potrà ascoltare la testimonianza dei rappresentanti di associazioni o enti di Mesagne.
Il programma dei lavori prevede l’introduzione di Tullio Mancino, in rappresentanza del movimento “Giovani per Manduria”. Interverranno Attilio Chimienti, referente regionale di Libera; Michela Cipriani, direttrice di un opificio sociale di Mesagne; Concetta Franco, responsabile dei “Percorsi della Legalità” del Comune di Mesagne; Gianluigi De Donno, assessore al Patrimonio del Comune di Manduria; Salvatore Sgura, presidente dell’associazione “Città per Tutti” di Manduria.
Modererà i lavori Anna Mariggiò, in rappresentanza del partito dei Verdi di Manduria.
«E’ un’occasione per sottolineare l’importanza di recuperare i beni confiscati alla mafia» è il commento di Tullio Mancino. « Ne abbiamo un gran bisogno! Vi mostreremo cosa sono riusciti a fare Comuni vicini grazie a questa opportunità che il Comune di Manduria non ha ancora sfruttato».

 

 

 

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