lunedì 23 settembre 2024


08/02/2015 12:48:02 - Sava - Attualità

L’inciviltà di tanti continua a deturpare tante zone periferiche dei centri della provincia

«Il tratto della “Bradanico-Salentina”, non ancora posto in esercizio, è stato trasformato in una discarica a cielo aperto».
L’inciviltà di tanti continua a deturpare tante zone periferiche dei centri della provincia. In questo caso, l’ambientalista Mimmo Carrieri torna a segnalarci il degrado di alcuni tratti della strada a scorrimento veloce, non ancora aperta al traffico, “Bradanico-Salentina”, che attraversa Sava nella zona della contrada “San Giovanni”.
«Il dirigente medico del Dipartimento di Prevenzione – Servizio Igiene e Sanità Pubblica”, Prete, ha chiesto al sindaco di Sava, Dario Iaia, l’emissione di un’ordinanza che obblighi l’Anas a rimuovere i rifiuti abbandonati» annuncia Carrieri. «Nei giorni scorsi, il Personale di Vigilanza e Ispezione che ha effettuato il sopralluogo da me richiesto, tramite un mio esposto, ha costatato e certificato la presenza di numerosi cumuli di rifiuti speciali, consistenti principalmente in rifiuti inerti derivanti da demolizioni edilizie, elettrodomestici, masserizie, rifiuti in plastica, vetro, metallo, grosse quantità di pali in cemento dismessi da impianti di vigneti e quintali di eternit in fibrocemento – amianto, in parte rotte e sfibrate (addirittura posti anche all’interno di sacchi in cellophan), abbandonate sulla strada e in aderenza a dei terreni agricoli coltivati ad uliveto.
La Bradanica-Salentina, l’incompiuta “strada fantasma” o “strada dei veleni”, i cui lavori ebbero inizio negli anni ‘90, si è rivelata come un “pozzo di San Patrizio”, dal quale sono stati “prelevati” l’equivalente di circa 20 milioni di euro, in parte utilizzati per stravolgere lo stato dei luoghi del territorio, sia sotto l’aspetto ambientale che paesaggistico.
Per la realizzazione di questa “mega opera pubblica”, all’epoca progettata per collegare Lecce a Taranto e poi alla Basilicata, furono espropriati terreni, abbattuti centinaia di alberi di ulivi, anche secolari, costruiti ponti e bretelle stradali con gittate di cemento e asfalto, per poi essere abbandonata all’oblio e trasformata in una vera e propria discarica a cielo aperto.
Ovviamente, a pagare per queste distrazioni non saranno i politici o i progettisti dell’epoca ma, come sempre, i cittadini».

 

 

 

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E’ in rete la seconda puntata del “Prudenzano News”
“Non un rito ma il culto della memoria
Tributo a Elisa Springer”










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