sabato 28 settembre 2024


01/03/2015 12:03:22 - Manduria - Attualitą

Il Movimento 5 Stelle di Manduria rilancia la proposta di prevedere come priorità progettuale quella di utilizzare in agricoltura, con finalità irrigue, i reflui affinati dal depuratore

«Finora, nella progettazione del depuratore consortile di Manduria e Sava e, più in generale, in tutta la progettazione dei depuratori in Puglia, si è voluto solo privilegiare la visione del progettista, mentre le richieste dei cittadini non vengono prese sul serio e sono ignorate».
Il Movimento 5 Stelle di Manduria rilancia la proposta di prevedere come priorità progettuale quella di utilizzare in agricoltura, con finalità irrigue, i reflui affinati dal depuratore.
«Abbiamo in più occasioni ribadito la nostra contrarietà allo scarico in mare, posizione assunta anche all’interno delle istituzioni parlamentari» ricordano i grillini di Manduria. «Infatti, valorizzando il lavoro svolto dai docenti universitari Caliandro e Del Prete, i quali, su invito del comitato “No scarico a mare”, hanno proposto un’alternativa allo scarico e al conseguente recupero delle acque reflue per uso irriguo, nella primavera scorsa è stata prodotta un’interrogazione parlamentare, che recentemente è divenuta un ordine del giorno in cui si impegna il Governo a valutare la possibilità, nell’ambito delle proprie competenze, a sollecitare la Regione Puglia, di concerto con i Comuni di Manduria, Avetrana, Sava e Maruggio, a individuare soluzioni tecniche condivisibili, che tutelino l’ambiente, l’ecosistema e che rispettino il dettato normativo del codice dell’ambiente. Si chiede di attivare, altresì, politiche ambientali atte al contrasto dell’intrusione marina e della costante desertificazione dei territori interessati, scongiurando il rischio concreto della compromissione dell’equilibrio ambientale. Questo è stato ottenuto da una forza politica di cittadini da pochissimo tempo presente in Parlamento: se anche altre forze politiche, ben più radicate e tradizionalmente di potere, si fossero impegnate allo stesso modo, probabilmente si sarebbe ottenuto qualcosa in più».
Secondo il Movimento 5 Stelle, «i cambiamenti climatici sono incombenti e ci obbligano a rivedere tutta la normativa e tutta la progettazione dei depuratori, soprattutto in Puglia, dove è alto il rischio di intrusione marina, che riduce la disponibilità di acqua dolce nel sottosuolo. E’ importante dimostrare di saper gestire un territorio in tutta la sua complessità prefigurando scenari di crisi peggiori di quelli che già stiamo vivendo e, considerando che il progetto del “nostro” depuratore per metà sarà pagato da noi cittadini, abbiamo il diritto-dovere di poter proporre la migliore soluzione possibile. Altro, sarà da considerarsi spreco di denaro pubblico».

 

 

 

 

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