lunedì 23 settembre 2024


15/10/2009 19:50:21 - Manduria - Politica

«Prima di porre mano ad un marchio bisognerebbe studiare la realtà territoriale, conoscerla nella sua vera natura e definizione»

 
L’assessore alle attività produttive del comune di Manduria, Emiliano Pacifico, frena sul marchio Terre Joniche ritenuto in sé discutibile anche per una effettiva ed efficace capacità segnaletica di un territorio.
«La gente si muove sempre attratta da connotazioni territoriali chiare ed inequivocabili; prenota vacanze nel Salento, nel Cilento, sul Gargano, in Valle d’Itria, non nelle cosiddette “terre joniche”. Cosa sono e quali sono queste terre? Prima di porre mano ad un marchio bisognerebbe studiare la realtà territoriale, conoscerla nella sua vera natura e definizione. L’assessore Albisinni, prima di passare a queste fantasiose etichettature, farebbe bene a conoscere e considerare il grande lavoro che è stato svolto in questi anni, anche da parte della Provincia di Taranto, nella integrazione di una area subregionale che, piaccia o non piaccia, esiste di fatto. Il Grande Salento è l’unica idea seria, nuova ed efficace che in questi anni la politica ha saputo elaborare. Su questo presupposto si è anche lavorato e prodotto non solo nelle infrastrutture ma anche nella promozione del territorio e delle produzioni, se è vero che in questi giorni salutiamo con soddisfazione la nascita del distretto agro-alimentare di qualità jonico salentino, frutto della concertazione al tavolo del Pit n. 8 che ha visto partecipi le tre province e ha già promosso importanti azioni per la commercializzazione e internazionalizzazione dei prodotti, favorendo quindi la nascita di consorzi all’export costituiti da operatori. Sono esperienze delle quali Albissinni dovrebbe recuperare subito la necessaria conoscenza, incontrando finalmente, dopo ben quattro mesi dal suo insediamento, le associazioni di categoria agricole. E’ necessario quindi spendere un po’ di tempo nella conoscenza di un territorio, affiancando al pur apprezzabile lavoro di intellettuali tarantini, le testimonianze di chi nel territorio è portatore di una cultura materiale, vero motivo aggregante ed efficace motore di sviluppo del territorio. Un territorio in cui, insieme a tante cose negative – da ultimo il raddoppio delle raffinerie – sono intervenuti in questi anni anche fatti nuovi, tesi a recuperare una identità positiva e non per differenza, concetto di per sè già debole e negativo. Il Salento esiste, grande o piccolo che sia, esiste per davvero. Le “terre tarantine” sono poco più che una suggestione . A nulla serve vanificare il lavoro di questi anni già ridimensionato da un orientamento generale a delineare le aree vaste su base provinciale. Noi continueremo a lavorare nella direzione che riteniamo più giusta, pensiamo alla promozione della nostra Fiera Pessima come fiera del distretto agroalimentare jonico salentino e chiediamo sin d’ora che su questa iniziativa si apra un vero confronto e dibattito, senza fughe in avanti, finalizzato a valorizzare le grandi ricchezze della Provincia di Taranto in una prospettiva vera di sviluppo».  










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