sabato 28 settembre 2024


11/04/2015 08:28:58 - Manduria - Attualità

A sostenerlo, mostrando a sostegno delle proprie tesi alcune diapositive, è il Movimento 5 Stelle

«La Provincia di Taranto è la pattumiera della Puglia e di altre regioni limitrofe».
A sostenerlo, mostrando a sostegno delle proprie tesi alcune diapositive, è il Movimento 5 Stelle, che, su iniziativa del meetup di Manduria, ha analizzato la politica della gestione dei rifiuti in provincia, comparandola con quella in atto nell’intera regione.
«Negli ultimi anni sono andati aumentando sia il numero di discariche, sia la quantità di rifiuti che è stata smaltita nelle discariche della nostra provincia» è la tesi sostenuta da Giovanni Vianello, esperto in materia, collaboratore parlamentare dei grillini. «La nostra provincia, infatti, produce 296.526 tonnellate di rifiuti (il dato è riferito al 2013), ma ne smaltisce 426.337. E’ dunque chiaro che negli impianti attivi nel tarantino arrivano rifiuti da altre province pugliesi».
Estremamente deficitario anche l’andamento della raccolta differenziata. A fronte di qualche comune virtuoso (ad esempio Monteparano e, negli ultimi anni, anche Sava), vi sono tantissimi altri centri in cui la raccolta differenziata scende sotto il 10%, tetto lontano dalla soglia fissata dalla Regione Puglia per evitare l’applicazione dell’ecotassa.
«Su quasi 300mila tonnellate di rifiuti prodotti in provincia, solo 46.554 tonnellate (ovvero poco più del 15%), vengono differenziate» ha reso noto Vianello. «Le restanti tonnellate (quasi 250mila) costituiscono il residuo urbano indifferenziato».
I rifiuti, quindi, continuano a rappresentare un enorme problema, anche se potrebbero costituire una risorsa. Nel corso del convegno, aperto dal coordinatore del meetup di Manduria, Pasquale Greco, i grillini hanno rilanciato quattro proposte, che dovrebbero essere i perni essenziali per invertire la rotta: elaborazione di un piano regionale per la progressiva eliminazione degli imballaggi usa e getta e la riduzione consistente dei rifiuti prodotti con imposizione del vuoto a rendere e la proibizione del vuoto a perdere; lancio di una strategia regionale per il riuso; per la frazione secca riciclabile, privilegiare l’organizzazione di banche dei materiali (banca dell’alluminio, banca del vetro, banca della carta dei RAE etc.) in priorità sulla raccolta differenziata, e creazione delle filiere locali del riciclo; per la residua frazione umida di rifiuti prodotti, elaborazione di una strategia atta a limitare il biogas solo a piccoli impianti su scala aziendale e a valorizzare quanto più possibile il carbonio organico tramite la diffusione del compostaggio domestico in priorità rispetto a impianti su larga scala.

 

 

 

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