mercoledì 25 settembre 2024


01/05/2015 08:47:16 - Salento - Attualità

Le indagini stanno procedendo a spron battuto per cercare di identificare tutti coloro che potrebbero aver contribuito a far circolare i video girati con gli smartphone e passati all’amico o al compagno di scuola attraverso WhatsApp

 
E alla fine la notizia e i filmati hanno varcato anche il cancello del palazzo della Procura per i minorenni: una ragazza di 16 anni ripresa in alcuni video amatoriali mentre fa sesso con tre, forse quattro coetanei o giù di lì con gli anni. Da qui l’apertura di un’inchiesta per l’ipotesi di reato di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Il fascicolo è cointestato fra il procuratore capo Maria Cristina Rizzo e il sostituto Anna Carbonara. Ma c’è di più: tre ragazzi sono già iscritti sul registro degli indagati. Proprio in questi giorni le indagini stanno procedendo a spron battuto per cercare di identificare tutti coloro che potrebbero aver contribuito a far circolare i video girati con gli smartphone e passati all’amico o al compagno di scuola attraverso WhatsApp.
Quello stesso giro ristretto di conoscenti usato anche per prenotare un appuntamento a luci rosse e dove si trova pure il messaggio audio della ragazza che parla del sesso di gruppo e spiega come organizzarsi per un appuntamento. Una modalità, quello del procurarsi un appuntamento, sempre più praticato, fra i minorenni, attraverso le chat. Ma i filmati hanno fatto passi per andare a finire ben oltre il giro del gruppo WhatsApp: sono finiti anche sul sito “youporn” che contiene migliaia di immagini e di filmati “proibiti”. Sulle loro tracce ci sono gli investigatori del gruppo interforze della sezione di polizia giudiziaria della Procura per i minorenni e gli esperti dei reati commessi in rete. E, cioè, la polizia postale che in questa fase sta procedendo a 360 gradi per non lasciare nulla di intentato.
Le indagini procedono tra non poche difficoltà dovute soprattutto a tentativi di depistaggi e di cancellare la presenza dei filmati dalle memorie degli smartphone, ma gli investigatori intanto hanno già acquisito i primi file. Per di più alcuni ragazzi sono stati individuati e sentiti a come “persone informate sui fatti”. È un primo passo: i ragazzi sono stati ascoltati per riferire tutto quello che sanno su questa storia di cui si parla in città ormai da diversi giorni. Già dalla scorsa settimana si era diffusa la notizia che in una scuola superiore piuttosto quotata e frequentata da figli di imprenditori e professionisti circolava un video pornografico su un gruppo di WhatsApp creato dagli stessi studenti. Obiettivo: passarsi i filmati per prendere un appuntamento hard ma anche per ascoltare la voce della coetanea al centro di questa vicenda dai contorni inquietanti.
La Procura per i minorenni, in ogni caso, ha voluto vederci chiaro. Anche per mettere fine a questa libera circolazione di materiale pedopornografico e richiamare l’attenzione sull’esistenza delle limitazioni previste dal codice penale. Ma gli inquirenti potrebbero a breve avviare anche la procedura a tutela della ragazza e, dunque, con l’intervento degli assistenti sociali e degli esperti in ambito familiare. Una prassi che potrebbe toccare anche i tre indagati che, nel caso specifico, avrebbero ripreso le scene di sesso di gruppo ma che sono stati identificati attraverso gli stessi filmati. Le scene sono girate fuori dalla scuola e a volte in una casa.
Ma sul punto i magistrati titolari del fascicolo vogliono andarci cauti e hanno già avuto un confronto con la dirigente scolastica per cercare di approfondire la genesi di questa vicenda. D’altra parte, ne sono venuti al corrente solo nei giorni scorsi anche se i filmati, nei “circuiti” dei ragazzi, giravano su WhatsApp già dalla settimana scorsa. Novità importanti sono attese per le prossime ore, anche grazie alla nomina di un consulente tecnico che dovrà cercare di stabilire fra chi e quante volte siano stati scambiati i filmati.










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