lunedì 23 settembre 2024


09/09/2015 17:35:58 - Sava - Attualità

«Siamo disponibili, a prescindere dalla condotta sottomarina, purchè si trovi, in tempi rapidi, una soluzione alternativa di scarico delle acque. In questi anni, si è molto discusso, ma alternative alla condotta, almeno sul piano tecnico e legislativo, non ne sono state trovate. Tanti hanno fatto campagne elettorali sull’argomento e costruito momenti di estemporanea notorietà, ma pochi lo hanno realmente studiato»

 
Dario Iaia, sindaco di Sava, sembra non accettare di buon grado il rinvio di un mese dell’avvio dei lavori del depuratore.
«Spero che questo ulteriore mese di ricerca porti ad uno sblocco della questione» auspica il primo cittadino. « Certamente non è più il tempo dell’attesa. I savesi sono stanchi e non tollereranno ulteriori ritardi. Questo sia chiaro. Noi attenderemo questo mese, speranzosi che venga trovata questa auspicata soluzione alternativa, ma se così non dovesse essere, allora i lavori dovranno cominciare, anche alla luce del fatto che non ci possiamo permettere di continuare a vivere in una situazione di emergenza igienico sanitaria, nè di perdere le risorse stanziate ed essere sanzionati dall’Unione Europea e dalla Corte dei Conti per omissioni e spreco di risorse pubbliche».
Nel suo intervento indirizza qualche frecciatina agli ambientalisti.
«Quello che mi colpisce, quando affrontiamo l’argomento, è l’ambientalismo di alcuni che potrebbe essere definito a “temi alterni”: grandi barricate per difendere il mare e disinteresse nei confronti delle sorti della falda sotterranea, dimenticando la grande capacità del mare, come ricettore, di autodepurarsi, senza procurare effetti negativi dal punto di vista ambientale. Capacità cha la falda non ha. Quindi, si continua ad inquinare la falda con gli scarichi delle abitazioni civili, magari di coloro i quali fanno le barricate, e con quelli del depuratore, fuori norma, di Manduria, ma pochi se ne curano. E tutto questo è assurdo.
E, poi, si continuano ad ignorare le esperienze di rinomatissime località pugliesi, i cui depuratori sono dotati di condotte sottomarine. Due esempi per tutti: Otranto e Polignano a Mare hanno la condotta sottomarina e, nonostante questo o forse, verrebbe da dire grazie a questo, sono stati premiati, nel 2015, con le cinque vele di Legambiente.
Quindi, condotta sottomarina non significa inquinamento del mare o blocco dello sviluppo. Oggi, dobbiamo decidere se questa infrastruttura la vogliamo o possiamo farne a meno, nascondendo la polvere sotto il tappeto. L’altro giorno si sono bloccati i lavori per il depuratore e non per la condotta che, dovrebbe essere realizzata, in un secondo momento. Questo è bene dirlo, per evitare confusione».










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