sabato 28 settembre 2024


20/01/2016 18:39:16 - Manduria - Attualitą

«Gli studenti del liceo classico e scientifico “De Sanctis-Galilei” e dell’I.I.S.S. “Einaudi” si sono visti costretti a rinunciare al proprio diritto allo studio, scegliendo quello alla salute. Diritto negatogli nonostante i propri rappresentanti abbiano speso l’intera giornata di lunedì tra consultazioni in Provincia e in Comune, cercando una soluzione che non comportasse la perdita delle ore di lezione»

 
In un comunicato, i rappresentanti studenteschi dei tre istituti riepilogano le principali tappe che hanno fatto maturare in loro la decisione di astenersi dalle lezioni.
«Lunedì, alle ore 12, si è tenuto a Taranto un tavolo tecnico con alcuni rappresentati dell’ente provinciale, ma si è trattato dell’ennesima beffa per gli studenti» si legge nella nota degli studenti. «Dopo aver richiesto un’ordinanza di chiusura delle scuole nelle quali non si sarebbe potuto garantire il riscaldamento, con successivo recupero delle ore di istruzione perse, e, soprattutto, dopo aver verificato la disponibilità dell’ente provinciale a emanare il provvedimento, sembrava che qualcosa potesse veramente smuoversi.
I rappresentanti hanno aspettato ben sei ore prima di avere una risposta dall’ente provinciale, che non ha mantenuto i patti stabiliti durante il tavolo tecnico, affermando solamente che i riscaldamenti sarebbero arrivati entro venerdì. Noi, invece, chiedevamo la tutela della nostra salute per questi giorni e delle garanzie per il futuro, cosa già chiesta precedentemente a novembre, dato che il gasolio, sempre se arriverà, avrà una durata di circa due settimane.
Circa sei ore passate in un edificio pubblico, ovviamente riscaldato, dalle 11.30 alle 17.45, senza mangiare né bere, aspettando pazientemente delle informazioni, salvo poi sentirsi comunicare che non ci sarebbe stata alcuna soluzione alle nostre richieste, ricevendo risposte offensive da alcuni funzionari dell’ente provinciale.
Ora più che mai ci sentiamo in dovere di intraprendere una lotta mediatica, perché è evidente che coloro che avrebbero dovuto ascoltarci e dare seguito alle nostre legittime richieste non si sono realmente preoccupati di risolvere tempestivamente la situazione, derubandoci delle nostre ore di lezione. Eppure, ci domandiamo: e se ci fossero i loro figli al nostro posto? Come mai gli uffici provinciali ricevono i rifornimenti regolarmente e senza il minimo ritardo?».










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