lunedì 23 settembre 2024


17/02/2016 12:41:41 - Avetrana - Attualità

L’interessante ed educativo esercizio di educazione all’affettività

Se Enrico Ruggeri, fresco fresco di Sanremo, ci ricorda che il primo amore non si scorda mai, proprio lì lì che San Valentino fa capolino, dalla scuola, invece, un esempio di amore tenero tenero. on il classico bacio… apostrofo rosa posto tra le parole t’amo, ma un più pragmatico ed educativo esercizio di educazione all’affettività, a metà strada tra il contenimento delle birichinate e i primi sospiri d’amore.
La lezione è venuta dall’I.C Mario Morleo di Avetrana, plesso Briganti, e per il secondo anno consecutivo, su iniziativa della prof.ssa di Tecnologia, Annita Dimitri. Infatti, tutte le classi delle tre sezioni dell’istituto sono state invitate ad uno scambio di pensieri dedicati all’amore universale raccolti all’interno di apposite tasche personalizzate a proprio gusto da parte di ciascun alunno, ordinate su cartelloni classe per classe. Cuoricini e cuoricini, dediche e frasi, aforismi e detti noti un po’ pop, forse kitsch, a righe, pois, strisce, colorati total black or white, infranti, spezzati, interi, o sigillati, tridimensionali, piatti, futuristici, vintage, belle époque o stilizzati, oppure semplicemente vestiti dell’unicità dello stile del suo creatore. L’amore d’altri tempi, fatto del rapporto diretto con la carta questa sconosciuta, unica soglia tra lo spazio bianco e la propria sensibilità, filtrata attraverso la penna per potersi dire: “ L’ho scritto per te” invece di: “L’ho digitato per te “ peggio “ l’ho twittato per te “, peggio da non potersi sentire “l’Ho postato per te “, giusto per fare un corso base da linguaggio di nativi digitali, per loro cose da altra epoca.
Eppure, dietro, c’è una grande idea, nel solco di un dibattito attualissimo, che legittima un modo alternativo di amarsi, rivendicato legittimamente, per scongiurare ulteriori fenomeni di omofobia in nome e per conto di Cupido che evidentemente scocca le sue frecce senza pretendere di fare segno o di centrare necessariamente l’obiettivo, ed uno solo. Insomma, quando ci si ama, ci si ama e basta! E spetta alla scuola, così come tra l’altro sancito dall’ultima contestatissima legge sulla Buona Scuola, educare i giovani a superare i pregiudizi dell’identità di genere per essere openminded, europei al punto giusto se questo si traduce nell’unica forma mentis capace di prevenire fastidiosi ed inutili atti di bullismo verso quanti potranno dirsi non più diversi.
Non solo belli da vedersi, un po’ Benetton, un po’art attack, ma semplicemente importanti per essere stati fatti da loro, i ragazzi di oggi e speranze del domani, magari più politicamente corretti di noi, che ci siamo lasciati vincere dalla paura.
 
Mimmo Palummieri











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