sabato 28 settembre 2024


05/03/2016 07:54:04 - Manduria - Attualitą

«Se si immettono reflui depurati in Tabella 4 in un corpo idrico degradato da processi d’intrusione salina, non si fa che migliorare le condizioni dello stesso corpo idrico e nessuna autorità potrebbe mai negare la valenza di questa circostanza per Manduria»

 
Mario Del Prete, docente universitario, interviene nuovamente sulla soluzione alternativa allo scarico in mare.
«Sono costretto a intervenire per tranquillizzare tante persone ancora in ansia sul tema scarico in mare. Sono costretto a fare alcune precisazioni sull’intervento del sindaco di Lizzano, il quale ha affermato che la soluzione dei pozzi sperdenti, a Manduria, non sarà mai accettata dal Ministero dell’Ambiente, che dovrà concedere una deroga» è la premessa di Del Prete. «Le cose non stanno affatto così. Anzi, è noto che la nuova dirigenza AQP ha già affidato ai propri tecnici la progettazione esecutiva dei pozzi e delle trincee che serviranno al ripascimento della falda costiera e allo scarico finale nel sottosuolo dei reflui del nuovo depuratore, affinati in Tabella 4».
Poi Del Prete entra nel merito della questione sollevata da Macripò.
«Il riferimento legislativo, che permette lo scarico nei pozzi disperdenti, è la Legge del 6 agosto 2013, numero 97, che così recita: “L’autorità competente, al fine del raggiungimento dell’obiettivo di qualità dei corpi idrici sotterranei, può autorizzare il ravvenamento o l’accrescimento artificiale dei corpi sotterranei, nel rispetto dei criteri stabiliti dal Ministero dell’Ambiente. L’acqua impiegata può essere di provenienza superficiale o sotterranea, a condizione che l’impiego della fonte non comprometta la realizzazione degli obiettivi ambientali fissati per la fonte o per il corpo idrico sotterraneo oggetto di ravvenamento o accrescimento”.
In tal modo, insomma, si andrebbero a migliorare le condizioni del corpo idrico degradato. Ciò è stato abbondantemente verificato e sostenuto dal presidente Emiliano e dai consiglieri regionali bipartisan della provincia jonica, che hanno già presentato una mozione urgente per la variazione del Piano di Tutela delle Acque, riguardante lo scarico finale del depuratore di Manduria-Sava. L’obiettivo politico non è solo la tutela del mare, ma anche la lotta alla desertificazione in un territorio in cui, per i mutamenti climatici: il rapporto piogge/evapotraspirazione va rastremandosi, con conseguenze sempre più gravi sull’assottigliamento e la contaminazione salina della grande riserva idrica della falda profonda».










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