lunedì 23 settembre 2024


22/06/2016 07:44:09 - Sava - Attualità

La felice storia di integrazione di Mohcine e Abdessamad racconta direttamente dagli studenti della II C

«Siamo gli alunni della classe 2ª C dell’istituto comprensivo di Sava e scriviamo per raccontare l’esperienza di integrazione di due ragazzi immigrati.
Il 16 ottobre è entrato a far parte della nostra classe Mohcine, un ragazzo arabo proveniente dal Marocco, precisamente da Casablanca. Quel giorno la nostra dirigente, Maria De Carlo, lo ha presentato alla classe e noi alla ricreazione, incuriositi dal nuovo compagno, ci siamo messi attorno a lui, ci siamo presentati e gli abbiamo rivolto qualche domanda tra cui: “Lo capisci un po’ l'italiano?" e lui prontamente ha risposto di sì.
I primi giorni sono stati molto impegnativi per lui e anche per le professoresse che, alternandosi nelle varie ore, gli hanno insegnato l’alfabeto, i numeri, a praticare vari sport e a svolgere attività manuali come lavorare l’argilla. Dopo mesi di duro lavoro si sono avuti i primi risultati. Mohcine ha imparato a scrivere, a coniugare i verbi, a leggere, a fare le operazioni matematiche e a conversare con noi, facendosi capire abbastanza bene. Un giorno a scuola abbiamo incontrato alcuni rifugiati accolti dalla comunità dell’associazione “Senis Hospes” di Torricella e lui ha rivolto loro diverse domande.
Mohcine si è rivelato da subito simpatico, gentile e intelligente e, a parte qualche litigio che ha avuto con alcuni compagni, si è integrato molto velocemente nella nostra classe. Anche fuori dalla scuola si incontra con alcuni compagni il sabato mattina, per giocare a calcio nell’area mercatale o uscire a fare una passeggiata. Un giorno ci ha raccontato che nelle loro scuole le insegnanti sono molto severe: infatti se gli alunni non si comportano bene, li puniscono con la bacchetta, come si usava qui un tempo. Quindi noi possiamo ritenerci più fortunati.
Possiamo assicurare che integrarsi è difficile, perchè la nostra cultura è diversa dalla loro e pensiamo che farsi accettare è stato per lui un grande trionfo.
Il 13 aprile è arrivato un altro ragazzo in classe nostra, anche lui di quattordici anni, proveniente da un paesino del Marocco vicino Casablanca. A differenza di Mohcine, lui è arrivato da poco in Italia, sa pochissime parole in italiano e non sa parlare nemmeno il francese, quindi è stato più difficile per i professori insegnargli l’Italiano. Tuttavia pian piano abbiamo cercato di farlo integrare nella nostra classe e di aiutarlo, trattandolo esattamente come uno di noi.
Grazie a Mohcine che traduce in arabo quello che diciamo, stiamo facendo amicizia e ci ha detto che anche lui è venuto nel nostro Paese per trovare un lavoro migliore e per stare vicino a suo padre, che è in Italia ormai da più di venticinque anni. Siamo felici di aver conosciuto due marocchini, perchè non avevamo mai fatto amicizia con due stranieri e perchè possiamo imparare di più sulla loro cultura che ci ha sempre incuriosito e affascinato.
La nostra docente di italiano, prof.ssa Lucia Pierina Milizia, si è congratulata con noi, dicendo che siamo protagonisti di un bellissimo esempio di integrazione. Un giorno ci ha fatto ascoltare la canzone “Lo straniero” di G. Moustaki e, siccome ci è piaciuta molto, ha adattato il testo alla nostra storia e a quella di Mohcine e Abdessamad. L’abbiamo imparata con l’aiuto del docente di musica, prof. Giuseppe Pichierri, e il 10 giugno scorso l’abbiamo fatta ascoltare nello spettacolo di fine anno.
Ora rivolgere delle domande. Perchè il 20 di questo mese si celebrerà la Giornata Mondiale del Rifugiato e del Migrante, mentre i fatti di cronaca spesso riportano episodi di violenza e intolleranza :
- Sapete dirci se sul nostro territorio provinciale esistono dei poli di accoglienza per i migranti?
- Chi si occupa di sistemare i migranti, che arrivano in Puglia e che non hanno parenti ad attenderli qui, in ambienti idonei, di nutrirli, curarli e insegnare loro l’italiano?
Noi pensiamo che i loro problemi debbano coinvolgere le comunità cittadine locali, se si vuole realizzare una vera integrazione, che è l’unica condizione per creare una vera convivenza pacifica tra italiani e persone tanto diverse da loro per etnia, cultura, lingua e religione».
 
Gli alunni della 2ª C











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