lunedì 23 settembre 2024


06/08/2016 10:00:05 - Sava - Attualità

 Fra Paolo Quaranta: «La decisione di lasciare Sava era nell’aria già da qualche anno, inserita nel progetto di ridimensionamento che la nostra Provincia dei frati non vorrebbe, ma deve realizzare a causa del calo numerico del nostro Ordine»

I frati francescani lasciano Sava. La decisione ha scosso la comunità religiosa di questo centro, particolarmente legata ai francescani, sempre attivi sia come guida spirituale, sia come promotori di cultura.

«La decisione di lasciare Sava era nell’aria già da qualche anno, inserita nel progetto di ridimensionamento che la nostra Provincia dei frati non vorrebbe, ma deve realizzare a causa del calo numerico del nostro Ordine» spiega fra Paolo Quaranta, vicario della Provincia dei Frati Minori di Lecce (che abbraccia anche le province geografiche di Taranto e Brindisi). «Fa sempre male tagliare qualcosa e non avremmo mai gradito “tagliare” una comunità come quella di Sava che, tra l’altro, oltre ad una Fede viva più volte dimostrata e un carisma francescano innato, ha donato tante vocazioni alla nostra Provincia religiosa e non solo. Nel ridimensionamento occorre tener presente tanti fattori che incidono su di una scelta molto difficile. Non si tira a sorte con i dadi ma si guarda a redistribuzione territoriale, gestioni, altre esigenze. Siamo molto dispiaciuti di come la comunità di Sava stia sicuramente soffrendo, ma comprendendo e non ostacolando la nostra difficile decisione, come in altri comuni dove la nostra presenza ha ugualmente dovuto subire delle contrazioni».

Come sarà ora gestito il convento?

«Per la chiesa stiamo cercando di trovare accordi con la Diocesi di Oria. Certo non si farà mancare l’assistenza religiosa e sacramentale in quel rione del paese.

A livello spirituale occorre solo abituarsi all’idea che la comunità ecclesiale che frequenta il convento sarà animata dai sacerdoti diocesani che il Vescovo vorrà mandare e non più dai frati francescani che, comunque, continueranno ad assicurare l’assistenza spirituale al Terz’Ordine francescano (e di riflesso anche a tutta la comunità) con celebrazioni francescane che si potranno celebrare insieme».

Quale sarà il futuro del Museo di Storia Naturale e Missionario Cinese e della biblioteca?

«Il Museo, per il quale a tutti sono noti i grandi sforzi fatti dai frati nel suo riallestimento e  fruizione e all’abnegazione di fra Rosario de Paolis e della fraternità nella conduzione, e la biblioteca fanno parte delle opere culturali della nostra Provincia che hanno un loro delegato nella mia persona. Ora cercheremo di far dialogare con le associazioni, che già in esse prestano servizio, le istituzioni pubbliche e la comunità perchè tutto quel patrimonio, e soprattutto la relativa portata culturale, venga mantenuto e possibilmente sviluppato. Purtroppo la storia oggi ci chiede questo, venendoci a mancare le forze materiali per condurre tutto».











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