mercoledì 25 settembre 2024


25/09/2016 11:19:46 - Salento - Attualità

Coldiretti Lecce: testiamo la tolleranza al batterio

È stato presentato ieri mattina il progetto "Xylella quick test tollerance", una ricerca condotta da Ipsp Cnr, Università di Bari e Crsfa “Basile Caramia” (centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura), sotto l'egida di Coldiretti Lecce e con la collaborazione dell'imprenditore olivicolo Giovanni Melcarne, presidente del Consorzio Dop Terra d'Otranto. Obiettivo dello studio è quello di testare cultivar di olivo tolleranti. A Presicce, in località Masseria del Feudo, ieri mattina la conferenza stampa sul campo sperimentale di 12 ettari, in cui sono stati innestati mille ulivi secolari con 250 varietà, di cui 220 italiane (moltissime Dop) e ben 70 pugliesi e salentine, per un totale di circa 5mila innesti. Tra le varietà anche cloni delle cultivar autoctone, Ogliarola e Cellina, per redigere una scala di tolleranza del batterio quanto più esaustiva possibile. Erano presenti il direttore di Coldiretti Lecce, Giuseppe Brilllante, il presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno, il proprietario del terreno, Giovanni Melcarne ed un nutrito gruppo di olivicoltori e tecnici.
Il progetto si chiama "Quick test", test veloce, perché si sfrutta il piede (la base del tronco) infetto di Ogliarola per trasferire meccanicamente e velocemente il batterio nell'innesto, accelerando così la risposta della cultivar innestata, in termini di tolleranza/resistenza. Una modalità che azzera inoltre la variabile età della pianta, che può condizionare i tempi della comparsa dei sintomi.
Gli obiettivi specifici del progetto "Xylella quick test tollerance" sono: 1) la valutazione e l’ottimizzazione della pratica dell'innesto in campo 2) la valutazione economica delle operazioni complessive per l'innesto 3) la messa a punto di una procedura rapida per la valutazione della sensibilità varietale in condizioni di pieno campo 5) la valutazione della sensibilità al batterio della biodiversità varietale, salentina, pugliese e di quella più diffusa ed utilizzata nei disciplinari di produzione delle più importanti Dop italiane, al fine anche di stabilire il grado di fragilità e rischio potenziale (produttivo/paesaggistico) dell’epidemia per altre aree olivicole italiane 6) la valutazione della suscettibilità e l'individuazione di varietà tolleranti/resistenti al Disseccamento rapido dell’olivo di una parte del germoplasma di altri paesi mediterranei prelevato in campi collezione italiani.
"La presente ricerca - dice il direttore di Coldiretti Lecce, Giuseppe Brillante - è l’attuazione concreta dell’impegno che Coldiretti ha assunto di salvare tramite la pratica degli innesti almeno 5mila ulivi secolari. L’azione dell’azienda Melcarne è antesignana delle decine di altri imprenditori professionalizzati dai corsi di innesto che abbiamo svolto nei mesi scorsi e dei vari campi sperimentali che stiamo allestendo nel Salento. La ricerca che oggi presentiamo ha una sua strategia particolare: si vuole valutare se esiste una concreta speranza per il mantenimento dell’olivicoltura nelle aree infette da xylella".
"Il Salento è ormai "zona infetta da Xylella" non solo per decretazione amministrativa ma soprattutto perchè ormai la fitopatia ha pervaso l'intero oliveto salentino - aggiunge il presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno - Persa la connotazione di area di frontiera, si sono spente le luci della ribalta ed è cessata la falsa contesa tra chi voleva salvare gli ulivi, di fatto determinando l'avanzata della malattia, e chi voleva interventi decisi per evitare che la malattia avanzasse. Ora rimane una inconfutabile realtà: l'oliveto salentino è ammalato di xylella e le sue condizioni peggiorano giorno dopo giorno. Noi olivicoltori assistiamo inermi alla quotidiana progressione dei sintomi del disseccamento che colpiscono tutti gli oliveti, indipendentemente dalle modalità di conduzione e delle cure che vengono prestate. Nello stesso tempo non siamo rassegnati al destino che questo territorio ricordi gli ulivi, le olive e l'olivicoltura come una reliquia del passato. Il campo sperimentale approntato da Giovanni Melcarne, interamente a sue spese e senza aiuto alcuno, rappresenta un patrimonio inestimabile di supporto alle indagini scientifiche. È il campo in cui rinascono e germogliano le speranza degli olivicoltori salentini. Diventerà la esemplificazione della visione del Salento olivicolo inteso come laboratorio a cielo aperto".











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