mercoledì 25 settembre 2024


22/10/2016 13:00:23 - Salento - Attualità

Ma anche la sanità pugliese attrae pazienti da altre regioni: nel 2015 introitati 129 milioni di euro

La via del Nord è ancora la più praticata dai pazienti pugliesi, soprattutto per curare tumori e piccoli problemi ortopedici, ma ora i viaggi della speranza fanno tappa anche nei grandi ospedali a Foggia e Bari. Alla fine però il conto che la Regione deve pagare per rimborsare le cure dei pugliesi negli ospedali del Centro-Nord è sempre salatissimo. È quello che emerge dagli ultimi dati in tema di mobilità sanitaria, diffusi con un anno di ritardo. Per il momento la conferenza delle Regioni ha almeno chiuso la parte relativa ai conti economici. Per la Puglia emerge un quadro di luci e ombre: o meglio, una buona notizia e una cattiva.
La buona notizia riguarda i dati positivi provenienti dalla mobilità attiva. Si scopre così che anche la sanità pugliese riesce ad attrarre pazienti da altre realtà. I crediti passano da 123 milioni di euro del 2014 a 129 milioni del 2015. Al momento si può dire con certezza che ad attrarre maggiormente pazienti da altre regioni siano stati gli ospedali più grandi. Due su tutti: Casa sollievo della sofferenza a San Giovanni Rotondo e Policlinico di Bari. Va aggiunto che a parte l'istituto di padre Pio, in generale tutti gli ospedali ecclesiastici hanno ottenuto ottimi risultati. Non a caso la spesa dei cittadini di altre regioni in Puglia sfonda quota 101 milioni di euro nel 2015 (era ferma a 97 milioni l'anno prima e addirittura a 85 milioni nel 2012).
L'aumento dei crediti riesce a fermare la corsa dei debiti. La spesa per i ricoveri di pugliesi fuori regione passa da 235 a 234 milioni di euro del 2015. Considerando anche entrate e uscite per le voci di specialistica e farmaceutica, alla fine il saldo nel 2015 migliora di 4 milioni di euro. Il conto è presto fatto: due anni fa la differenza fra i debiti della mobilità passiva (309 milioni di euro) e i crediti (123 milioni) ammontava a un saldo negativo di 186 milioni di euro. Ora il saldo è negativo per 182 milioni (312 milioni di euro di debiti meno i 129 milioni di crediti).
Fin qui la buona notizia. A preoccupare però è la cavalcata della spesa per rimborsare i ricoveri di pazienti pugliesi fuori regione: nel 2011 abbiamo speso la cifra tonda di 220 milioni di euro, denaro trasferito per la quasi totalità ai sistemi sanitari di Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Un anno dopo quella spesa toccava quota 228 milioni. Ma l'anno dei record negativi è stato il 2014 quando la Puglia ha speso per rimborsare le cure dei suoi pazienti la cifra di 235 milioni di euro, scesa a 234 milioni l'anno scorso. Anche la spesa per la specialistica ambulatoriale negli ospedali del Centro-Nord schizza verso l'alto e passa da 43 milioni del 2013 ai 48 del 2015. Cifre che rappresentano tutta la difficoltà del sistema sanitario pugliese alle prese con carenza di personale e chiusure di posti letto.
Anche in questo caso non sono ancora noti i motivi per cui i pugliesi vanno fuori. Stando alle prime stime, sono ancora tantissimi quelli che fanno viaggi della speranza (soprattutto in Lombardia) per curare tumori o fare chemio e radioterapia. Tanti però sono pure i pugliesi che vanno nelle Marche o in Campania per curare problemi ortopedici, che si potrebbero
 risolvere anche negli ospedali della regione. La strada da percorrere per migliorare è ancora tanta. "Da questi dati - conferma il commissario straordinario dell'Ares, Giancarlo Ruscitti - emerge il quadro di una regione che non riesce ancora a spiegare bene ai pugliesi che possono curarsi qui, dove non mancano né le competenze tecnologiche né quelle professionali. Dobbiamo far capire a tutti che gli ospedali pugliesi sono in grado di dare ottime risposte".
 
Fonte: rete










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