venerdì 27 settembre 2024


03/02/2017 11:30:42 - Manduria - Attualità

E’ stato ospite degli alunni della scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo “Francesco Prudenzano”

Antimo Calò,  uno degli ultimi artigiani che continuano a realizzare cesti, “panari”, graticci e “cannizzi” attraverso l’arte dell’intreccio a mani nude. Un’arte che si trasmetteva di generazione in generazione, finchè questi contenitori “ecologici” furono gradualmente sostituiti, a partire dalla fine degli anni ’60, con altri realizzati in plastica, sicuramente meno belli e più inquinanti.
Antimo Calò vive a Uggiano Montefusco. Ha ereditato questa passione dal padre Cosimo. Seguendo i suoi insegnamenti, l’ha coltivata nel corso degli anni, ampliando la produzione con creazioni sempre più funzionali. Con grande orgoglio, affascina le nuove generazioni realizzando questi contenitori intrecciando giunco, vimini e canne e con il solo ausilio di coltelli, punteruoli e falcetti.
Quella dell’intreccio, è un’arte antica come il mondo. Le prime testimonianze della produzione di cesti risalgono al Neolitico, se non anche prima. Oggi i cesti realizzati a mano (oppure i “panari”, i graticci e i “cannizzi”, questi ultimi utilissimi per mettere ad essiccare i fichi durante l’estate), oggi sono dei veri e propri oggetti da collezione. Se, infatti, inizialmente sono nati con una funzione unicamente pratica, ora si tende ad attribuire loro una funzione puramente estetica.
Nei giorni scorsi Antimo Calò ha offerto ancora una volta una performance delle sue abilità. E’ stato infatti ospite della scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo “Francesco Prudenzano” di Manduria: ai piccoli alunni, impegnati in un progetto di riscoperta di tradizioni e usi di una volta (“A spasso tra territorio e tradizioni”, realizzato dalle maestre Silvana Micelli, Caterina Giannotta, Mirella Calasso, Angela Esposito, Enza D’Ostuni, Anna Rita Fiorito e Anna Carlucci), ha mostrato una delle più antiche arti manuali praticate dall’uomo.
Il curatore didattico, Antimo Calò, ha spiegato ai bambini che ci vuole capacità manuale immaginazione e pazienza per la realizzazione di cesti e “panari”. Il mastro cestaio della nostra cittadina ha mostrato con passione ed entusiasmo le fasi lavorative della realizzazione dei manufatti. Egli ha regalato non solo la capacità di fare, ma soprattutto di conoscere la materia e i luoghi da cui proviene, infatti utilizza naturalmente le piante autoctone.
La finalità è di mantenere viva la memoria di una antica arte popolare, riprendere una tradizione antica e salvaguardare un patrimonio della cultura contadina.










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