venerdì 27 settembre 2024


12/02/2017 13:23:54 - Manduria - Attualità

Ecco cosa prevede

Venerdì sera il nuovo progetto sul depuratore consortile di Manduria e Sava sarà portato al vaglio del Consiglio Comunale. Pare siano stati invitati a partecipare alla seduta anche il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano (ma la sua presenza è in dubbio) e la dirigente del Dipartimento Opere Pubbliche, Ecologia e Paesaggio della Regione Puglia, Barbara Valenzano.
Circola già, intanto, la relazione tecnica che accompagna il progetto, completa di vari studi sulla richiesta di acqua potabile per uso irriguo del territorio circostante. In questa relazione sono elencate analiticamente anche tutte le opere da realizzare, oltre all’impianto depurativo.
E’ previsto un impianto di trattamento terziario all’interno del nuovo depuratore, in grado di consentire la produzione di un refluo depurato conforme ai requisiti di cui al DM 185/03 con una portata massima in uscita pari a circa 950 metri cubi all’ora; una vasca di accumulo delle acque filtrate con annesso impianto di rilancio della volumetria pari a 315 metri cubi; una condotta premente della lunghezza di circa 2,3 km per il convogliamento dei reflui affinati alla cosiddetta vasca di accumulo del Chidro (il cosiddetto “torrino”), posta a quota 60 metri sul livello del mare e gestita dal consorzio di bonifica Arneo; una condotta adduttrice dal nuovo impianto depurativo all’area del recapito di masseria della Marina, per un lunghezza di circa 3,7 km; il buffer ecologico numero 1 di masseria della Marina, costituito da un’area umida per il riutilizzo plurimo (irriguo forestale, antincendio, lavaggio, lavaggio viabilità comunale), costituito da 4 bacini di accumulo impermeabili delle acque affinate di estensione pari a circa 1,9 ettari e profondità media pari a 3 metri che costituisce l’accumulo per il riutilizzo; condotte di distribuzione e opere elettromeccaniche; 12 bacini di filtrazione densamente vegetati per un’estensione netta di circa un ettaro, di tipo aperto e con profondità massima pari a 3 metri; interventi di ingegneria naturalistica al fine di favorire il pieno inserimento ambientale del recapito, per un’area totale di circa 2,15 ettari.
Buffer ecologico numero 2, costituito da bacini di accumulo impermeabili per usi plurimi densamente vegetati in località Specchiarica, di estensione pari a circa 0,64 ettari, profondità di circa un metro e derivazione da condotta a gravità DN500 con afflusso regolato
L’impianto sarà dotato di un sistema di monitoraggio quali-quantitativo del recapito sul suolo.
Il sistema disperdente (buffer ecologico 1) sarà quindi costituito da un insieme di 12 vasche per un totale di superficie filtrante di circa 13mila mq. In questa vasca confluirà l’acqua in esubero delle vasche di accumulo adiacenti e, mediante la permeabilità dello strato calcarenitico, sarà dispersa lentamente.
Poi vi sarà lo scarico di emergenza in corpo idrico superficiale, che dovrà garantire la completa affidabilità idraulica e ambientale del sistema di scarico afferente all’agglomerato di riferimento. Scarico che sarà attivato allorquando eventi di particolare rilievo pluviometrico dovessero vanificare entrambi gli scenari di assorbimento (14 eventi all’anno in media) oppure in caso di guasti e/o rotture.
«Le acque saranno scaricate in un bacino idrografico che sfocia in una piana alluvionale olocenica senza arrivare in mare» conferma Mario Del Prete. «Il solco torrentizio sfocia in un’area pianeggiante per cui l’acqua si spaglia e non può arrivare in mare perché perde energia».











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