mercoledì 25 settembre 2024


14/03/2017 19:06:16 - Salento - Attualità

500 le richieste di aiuto fatte dalle famiglie pugliesi indebitate, 350 quelle giunte alla fondazione e 150 accolte dai centri di ascolto dislocati su tutto il territorio regionale

Il mercato dell’azzardo non conosce crisi. La metà delle persone ascoltate in Puglia si è indebitata o finita nella morsa dell’usura a causa di questo fenomeno. Commenta così monsignor Alberto D’urso, presidente della Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici, l'operazione delle forze dell'ordine che ha portato alla chiusura di 12 sale giochi, a Bari, Napoli e Palermo. Dichiarazioni che emergono in occasione della presentazione della relazione socio-pastorale al bilancio annuale 2016 dal titolo: "Perseveranti nella solidarietà".
Tra numeri a livello pugliese e locale il fenomeno sembra tutt’altro che debellato. 500 le richieste di aiuto fatte dalle famiglie pugliesi indebitate, 350 quelle giunte alla fondazione e 150 accolte dai centri di ascolto dislocati su tutto il territorio regionale. L’industria del gioco nel 2016 ha fatturato oltre 22 miliardi di euro in più di quanto, ad esempio, ha registrato l’Enel nel 2015. Numeri che aprono scenari sconcertanti sul fenomeno. La Puglia si piazza al terzo posto a livello nazionale per gli indennizzi con circa un milione e centomila euro per le estorsioni e 550mila euro per l’usura, secondo l’ultima relazione del Comitato di solidarietà per le vittime dell’usura e delle estorsioni del ministero dell’Interno.
La regione, inoltre, è all’ottavo posto nel 2015 per la raccolta complessiva dell’azzardo con 4 miliardi e 74 milioni. Nel 2016 è salita a 4 miliardi e 400 milioni ai quali vanno aggiunti il 20% della raccolta on line e il 20% delle giocate illegali. Su Bari la situazione è molto critica. Dai dati emerge che in città si contano 19 gruppi malavitosi che operano in ogni zona della città.
«La pubblicità ingannevole è ancora notevolissima e sempre di più si allarga soprattutto al mondo dello sport, del gioco – spiega monsignor Alberto D’Urso, presidente Fondazione San Nicola e Santi Medici - questo è pericoloso perché il pensiero va ai nostri ragazzi che educhiamo a giocare e invece li stiamo educando all’azzardo. Il mondo della politica ci fa assistere ogni giorno a delle controversie fra un partito e l’altro trascurando il raggiungimento del bene comune. I poveri aumentano, ma di chi è la colpa? Abbiamo bisogno di uomini cristiani politici che leggano questi problemi con senso di solidarietà umana e cristiana. Non vado dalle istituzioni a mendicare qualcosa. Bensì ci rivolgiamo a loro per assicurare la collaborazione di tanti volontari che hanno una grande preparazione professionale. Gli uomini delle istituzioni fanno attendere le loro risposte. Spesso ci fanno conoscere le anticamere o persino il silenzio e a me pare che questa indifferenza si stia diffondendo a tutti i livelli. Le nostri istituzioni dovrebbero riflettere su questo e dare maggiore attenzione al mondo del volontariato perché i poveri aumentano a dismisura. Campanelli d’allarme che dovrebbero far riflettere. L’accesso al fondo nazionale di solidarietà è ancora precluso alle famiglie. Di questo discuteremo questa sera in un’assemblea aperta perché vorremmo porre l’attenzione su questo tema. Tra l’altro è anticostituzionale non ammettere le famiglie all’accesso di questo fondo».










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