venerdì 27 settembre 2024


26/03/2017 08:43:40 - Manduria - Attualità

A lanciare un appello, congiunto, sono le associazioni Archeoclub. Legambiente e Rotary Club

«La Salina dei Monaci sia tutelata dal rischio della realizzazione di due stabilimenti balneari».
A lanciare un appello, congiunto, sono le associazioni Archeoclub. Legambiente e Rotary Club.
«Noi naturalmente ci auguriamo che non accada, ma è proprio così: rischiamo seriamente di non vedere più così l’oasi naturale della Salina dei Monaci se saranno realizzati i due stabilimenti balneari che hanno già ottenuto parere favorevole» è la presa di posizione delle tre associazioni. «Che un privato, mosso (ovviamente) dalla volontà di profitto, tenti di raggiungere il proprio scopo, è nella logica delle cose. Ma che la politica e l’Amministrazione abdichino ai loro compiti istituzionali (e, cioè, tutelare l’interesse collettivo: che qui non coincide con quello del privato, ma con la tutela di aree di elevato valore ecologico), lasciandoli alle associazioni, è grave, se non vergognoso. E ci chiediamo se questo sia frutto di mera superficialità o d’altro».
Le tre associazioni pongono alcuni quesiti.
«Sul punto, saremmo curiosi di sapere, tra l’altro, cosa ne pensi il direttore della riserva (che pure in altre occasioni si è mostrato zelante), visto che egli è il primo a dover tutelare le zone protette» prosegue la nota. «Anche solo per far conoscere ai (forse) ignari nostri concittadini che c’è un’alta probabilità che vengano realizzati non solo i due stabilimenti balneari alla Salina, ma anche un altro molto grande ai piedi della secolare Torre Colimena: sicché, incredibilmente, la stessa, che con la bellissima scogliera che la contorna costituisce un angolo di paesaggio particolarmente suggestivo, rischia di scomparire, probabilmente sotto una piattaforma, nella migliore delle ipotesi di legno (perché gli ombrelloni non possono essere piazzati sugli scogli).
E forse i nostri concittadini non sanno neanche che un altro ulteriore lido andrà ad occupare l’unica lingua di spiaggia libera nella zona della Madonna del Faro, tra il Campo dei Messapi e il lido già esistente: sicché chi abita da quelle parti dovrà pagare il biglietto per occupare il suo bravo metro quadro di spiaggia o sarà costretto a spostarsi altrove in auto.
E che dire dell’altra concessione data per Torre Borraco?
Tale svilimento di beni sottoposti a vincoli paesaggistici appare fatto in silenzio, senza il coinvolgimento della cittadinanza o, almeno, degli organi comunali rappresentativi della stessa: forse affinché si sapesse a cose fatte. Non certo un bell’esempio di democrazia (tanto meno di buona amministrazione della cosa pubblica)».











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