venerdì 27 settembre 2024


03/04/2017 15:27:59 - Manduria - Attualità

Ecco il documento ufficiale del consigliere regionale

“La vicenda del depuratore consortile, che pure era arrivata dopo una battaglia decennale a una svolta che credevamo definitiva e pienamente in linea con le rivendicazioni e le esigenze delle comunità interessate, sta assumendo giorno dopo giorno risvolti inaspettati. Ho allora il dovere di ricordare passaggi e circostanze, per evitare che polemiche e distorsioni di varia natura facciano dimenticare da dove eravamo partiti.
Per dieci anni abbiamo manifestato invano, ma con tenacia e ostinazione, contro la totale chiusura del Governo Vendola di fronte a qualunque dialogo e confronto sul progetto del depuratore, ritenuto immodificabile e che prevedeva lo scarico a mare incredibilmente avallato da un leader di un partito che all’epoca avevano scelto di richiamarsi a “Sinistra, ecologia e libertà”.
All’inizio del mio mandato in consiglio regionale, mi sono impegnato ed esposto in prima persona insieme al collega Turco, per perorare la causa di un progetto alternativo rispettoso del particolare contesto ambientale, in linea con le richieste dei cittadini, di numerose associazioni e comitati sorti spontaneamente sul territorio in difesa del mare.
Un anno e mezzo di attenzione da parte del nuovo Governo Emiliano e confronto continuo con la struttura tecnica Regionale, hanno prodotto l’insperato – date le premesse – risultato di avallare le nostre tesi, bloccando di fatto il vecchio progetto e avallando quello alternativo senza scarico finale a mare, da realizzare con tecnologia d’avanguardia attraverso un buffer ecologico e con il recupero delle acque reflue trattato con il DM 185 che garantisce il massimo grado di affinazione.
Adesso ci troviamo quindi di fronte a un duplice bivio, considerando che i lavori appena iniziati sono relativi solo alla fase preparatoria del cantiere del depuratore: scegliere tra il vecchio progetto, con condotta sottomarina e scarico finale in mare, e lo studio di fattibilità che se approvato dal consiglio comunale di Manduria porterebbe al progetto innovativo illustrato nei dettagli qualche giorno fa dallo stesso Governatore. E ancora, decidere in merito alla collocazione, dopo la protesta della comunità di Avetrana.
Ci sono persone, di vario ruolo – istituzionale e non – che vogliono che il depuratore non si faccia, o si faccia solo alle loro condizioni? Inevitabile porsi la domanda, e chiedersi anche quali motivazioni – non espresse – ci siano dietro questi continui, improvvisi ostacoli, dietro l’asticella puntata sempre più in alto, sperando nel fallimento e nella sconfitta. Per giocare allora finalmente a carte scoperte, e per uscire dall’ambiguità e fare emergere tutte le ragioni e le contraddizioni che hanno ormai trasformato un percorso tortuoso in un campo minato, con il presidente Emiliano ho concordato un incontro presso la struttura tecnica dell’ente in via Gentile a Bari, la convocazione di un Tavolo tecnico su tutte le problematiche emerse, vecchie e nuove alla presenza del Capo Dipartimento Ing. Barbara Valenzano (l’incontro era inizialmente previsto per giovedì alle 10,30, ma potrebbe slittare a venerdì, ndr).. Con invito esteso ai tre sindaci delle comunità interessate (Manduria, Sava e Avetrana), e di un rappresentante tecnico delegato da ogni associazione e partito. Per fare finalmente chiarezza, per discutere nel merito sperando che la politica con la sua scia di polemiche e strumentalizzazioni faccia finalmente un passo indietro rispetto a valutazioni che devono essere fatte esclusivamente nell’interesse della comunità, valutando costi e benefici ed esaminando le varie opzioni in campo attraverso punti di vista e prospettive altamente qualificate. I partecipanti sono pregati di segnalare i loro nominativi – indicando ruolo e rappresentanza di riferimento – alla mail: da.diomeda@regione.puglia.it , entro le ore 12 di mercoledì 5 aprile. Un confronto quanto mai necessario e opportuno per arrivare a soluzioni condivise e definitive sul depuratore consortile senza scarico a mare, e per valutare siti alternativi accogliendo le richieste della comunità di Avetrana”.










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