venerdì 27 settembre 2024


06/04/2017 08:26:37 - Manduria - Attualità

Sospensione dei lavori, delocalizzazione dell’impianto e rinuncia alla scelta di realizzare un impianto di tipo consortile

«Premesso che
le popolazioni e le amministrazioni comunali di Manduria, Avetrana e paesi
limitrofi, da lungo tempo si esprimono con manifestazioni, petizioni e atti deliberativi contro l'ipotesi di realizzazione del depuratore consortile di Manduria e Sava in località Specchiarica;
che dopo innumerevoli tavoli tecnici e confronti tra la Regione Puglia, l'Acquedotto Pugliese e le Amministrazioni interessate si è pervenuti alla elaborazione di una ipotesi progettuale che, nel tentativo di scongiurare lo scarico in mare, così come da tutti auspicato, propone, tra le altre cose, uno scarico emergenziale su suolo, in prossimità di abitazioni e strutture ricettive, a poche centinaia di metri dal litorale;
che tale ipotesi è stata ritenuta inidonea dal Consiglio Comunale di Manduria il quale, anche sulla scorta di una forte pressione esercitata dalle comunità interessate, ne ha sospeso l'approvazione, in quanto ritenuta infondata dal punto di vista tecnico e giuridico;
che, di fronte all'ennesima deludente ipotesi non risolutiva rispetto al problema dello scarico in mare, la popolazione ha definitivamente maturato la consapevolezza che lo spostamento del sito sia, allo stato, l'unica soluzione valida;
che tale volontà è stata espressa attraverso una petizione lanciata su change.org, che ha ottenuto la sottoscrizione di oltre 11.000 cittadini, nonché mediante una grande manifestazione svoltasi ad Avetrana il giorno 31 Marzo 2017, che ha visto la partecipazione di circa 5.000 persone provenienti da tutti i comuni circostanti.
Tutto ciò premesso, i sottoscritti chiedono:
1. L'immediata sospensione dei lavori;
2. La delocalizzazione del depuratore, lontano dalla costa;
3. La rinuncia alla scelta di realizzare un impianto di tipo consortile;
4.       La rinuncia formale allo scarico in mare, sia pure di tipo emergenziale, da parte della Regione, attraverso un atto deliberativo.
Solo a partire da queste premesse consideriamo possibile l'istituzione di un tavolo tecnico permanente, aperto alla partecipazione di amministrazioni e rappresentanze sociali e professionali, finalizzato all'esame e alla valutazione di progetti di fattibilità, che ottemperino alle esigenze qui espresse».











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