venerdì 27 settembre 2024


18/04/2017 09:29:01 - Manduria - Attualità

Ai ragazzi ha parlato del “volto umano” della Marina Militare, impegnata, da tempo, nell’operazione di contrasto al traffico di essere umani

«I vostri coetanei dell’area sud sahariana non hanno il cellulare. Per loro è più importante avere fra le mani un Kalashnikov: costa poche decine di euro e a loro serve per difendersi. In quell’area, è più facile trovare le munizioni per il Kalashnikov che un pezzo di pane».
Ospite nei giorni scorsi dell’istituto comprensivo “Francesco Prudenzano”, il Capitano di Vascello Antonio Galiuto, comandante di Nave Garibaldi, si è soffermato su una realtà drammatica: quella delle popolazioni della Siria, della Nigeria, della Somalia, dell’Eritrea, del Ciad e di tanti altri Paesi che vivono fra la guerra e la miseria.
«E’ la disperazione che porta questa gente a tentare di andare via dalle proprie terre e di raggiungere l’Italia» ha raccontato il comandante Galiuto, a Manduria accompagnato dal Tenente di Vascello Gianvittorio Ciolli, dai Sottotenenti di Vascello Daniele Veri e Paola Vitiello, e dal maresciallo Alessandro Roberti. «Disperazione che viene sfruttata da tanta gente senza scrupoli, trafficanti di esseri umani. Sono loro i nostri nemici, che dobbiamo cercare di individuare e assicurare alla Giustizia italiana».
I viaggi della disperazione nascono, molto volte, dai motori di ricerca (come “Alibaba”) e addirittura con l’ausilio di alcuni social.
«Su “Alibabà” vi sono degli annunci di vendita di scafi o gommoni da utilizzare per trasportare i migranti. Un gommone costa dai 500 ai 700 euro. Un motore non più di 3.000 euro. Il carburante si trova facilmente. Complessivamente, insomma, un viaggio costa fra i 4 e i 5.000 euro. Ogni migrante paga intorno ai 1.000 euro. Per avere un salvagente, occorre sborsare altri 150 euro. Considerato che su un gommone possono essere stipate sino a 120 persone, è facile capire l’enorme lucro di coloro che speculano sulla disperazione».
Il comandante Galiuto si è soffermato sul “volto umano” della Marina Militare: sino ai primi giorni di aprile, Nave Garibaldi è stata impegnata come flagship dell’Operazione Sophia, voluta nel 2015 dalla Unione Europea per contrastare il traffico di esseri umani. Ha parlato, quindi, dei soccorsi prestati ai tanti migranti e di alcuni aneddoti, come ad esempio la nascita di due gemelli durante una delle missioni.
Ricevuti dalla dirigente scolastica Anna Laguardia, gli ufficiali di Nave Garidaldi sono stati accolti anche dalle sezioni di Manduria di “A.N.S.I.” e dell’associazione “Bersaglieri d’Italia”.











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