lunedì 23 settembre 2024


05/06/2017 09:15:09 - Avetrana - Attualità

La cerimonia, molto toccante, è stata anticipata in quanto il 10 giugno il col. Calcagni sarà in Inghilterra per un altro ciclo di cura

«Credo in Dio. Se sono ancora qui, nonostante la mia infermità, mi piace pensare che sia per una precisa volontà divina. E’ una missione che mi è stata affidata: donarmi al prossimo e aiutare chi ha più bisogno di me».
Sono le parole con cui il Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano Carlo Calcagni esprime il proprio ringraziamento per l’assegnazione del riconoscimento “Giglio alla Vita”.
La cerimonia si è svolta l’altro ieri sera ad Avetrana, in anticipo rispetto alla data del 10 giugno, quando, in piazza Vittorio Veneto, avrà luogo la serata dedicata alla consegna del “Giglio d’Oro”, iniziativa promossa ormai da anni dal comitato per i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio, compatrono di Avetrana.
Il Col. Calcagni, che deve affrontare l’ennesimo ricovero per le cure indispensabili per la sua sopravvivenza, non avrebbe potuto presenziare alla cerimonia di sabato prossimo, per cui si è pensato di anticipare la consegna, video-riprendendo il toccante momento della premiazione. Le immagini verranno poi proiettate nel corso della serata del 10 giugno.
Il Col. Calcagni, da poche ore rientrato da Roma, dove ha preso parte alla Parata Militare del 2 giugno presso i Fori Imperiali assieme al Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, ha rimarcato l’importanza dello sport nel favorire il recupero psico-fisico e ciò che lo sport rappresenta per lui. È grazie alla passione per la bicicletta che egli riesce pur faticosamente a condurre la sua battaglia quotidiana contro un nemico silenzioso ma inarrestabile, l’uranio impoverito, che da anni si è impadronito del suo corpo, ma non della sua mente. Grazie ad una straordinaria determinazione e ad un impagabile amore per la Vita, il Col. Calcagni ci offre un meraviglioso esempio di come lo sport possa avere una forte valenza terapeutica.
«Il ciclismo è la mia più efficace medicina: le terapie mi aiutano a sopravvivere, ma è grazie allo sport che mi sento ancora vivo» ha affermato. Ha poi elogiato il Ministero della Difesa per l’opportunità concessagli, come soldato e come atleta: da alcuni anni egli è membro del Gruppo Sportivo Paralimpico: «Attraverso il Gruppo e la passione per lo sport vogliamo dare un segnale ai colleghi e a tutti coloro che rischiano di arrendersi davanti ai limiti di una malattia: il nostro motto è andare avanti, nonostante tutto, e non mollare mai. La resa sarebbe già una sconfitta».
Il Col. Carlo Calcagni ha infine voluto ringraziare il comitato che ha deciso di attribuirgli il riconoscimento “Giglio alla Vita”.
«Sono orgoglioso di questo premio, che ha ancora più valore perché arrivato da persone che non conoscevo. E’ un’opera d’arte bellissima, ma soprattutto preziosa e carica di significato. Ed ancor più importanti e meravigliose sono le parole della motivazione per l’assegnazione dell’onorificenza, che gode dell’alto patronato del Presidente della Repubblica!».
“Per la passione con cui ha svolto il suo lavoro, l’amore che ha dimostrato nel salvare vite umane, per la forza d’animo e di volontà, il coraggio nel pedalare e vincere le gare prima fra tutte quella più importante, quella della Vita”: questo il testo della motivazione.
Alla cerimonia hanno preso parte anche i sindaci di Avetrana, Antonio Minò, di Guagnano, Fernando Leone, il parroco della chiesa del Sacro Cuore, don Franco Marchese, e la componente del comitato per i festeggiamenti di Sant’Antonio, Mimma Nardelli.
«Alla vigilia della preparazione per i prossimi Invictus Games che si terranno a settembre in Canada, sento il dovere di informare tutti voi, che da tempo mi seguite con affetto e stima, sostenendomi anche quando la strada si fa più faticosa, che quest’anno non vi prenderò parte. Non si tratta di una scelta dettata dalla mia malattia, fin’ora ho sempre lottato, anche nei momenti più duri e a volte contravvenendo anche alle raccomandazioni mediche; la passione per lo sport mi ha sempre salvato dalle lusinghe della rassegnazione. Non è una rinuncia né tantomeno una resa, finché le mie gambe me lo permetteranno non abbandonerò MAI la mia bicicletta, al massimo la trasformerò perché si adegui alle mie inarrestabili limitazioni. Gli Invictus Games di Toronto 2017 non mi vedranno competere con la squadra del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa perché esiste un tempo per tutto, un tempo per gioire, un tempo per ricevere gli applausi, un tempo per soffrire e sperare, ma esiste anche un tempo per fare spazio, per regalare la possibilità ad un altro collega, ferito anch’egli per onorare la Patria, di dedicarLe pur con altre modalità il suo tempo, la sua voglia e le sue energie. Oggi credo sia il tempo di offrire a chi per la prima volta si onora di far parte di questo Gruppo di nuovi “Eroi” l’occasione di rientrare in Italia magari con le tre medaglie d’oro di cui mi sono fregiato nella precedente edizione in Florida, o anche solo carico di quello spirito di partecipazione, condivisione e dignità che si respira in occasioni come questa, perché possa beneficiarne per il proprio recupero personale e trasmetterlo a chi non è ancora riuscito ad apprezzare ciò che la Vita, anche nella sofferenza, ci regala come doni unici e meravigliosi. “Ritirarsi non è scappare, e restare non è un’azione saggia, quando c’è più ragione di temere che di sperare. Non c’è saggezza nell’attesa quando il pericolo è più grande della speranza ed è compito del saggio conservare le proprie forze per il domani e non rischiare tutto in un giorno”. (Miguel de Cervantes)».











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