venerdì 27 settembre 2024


08/06/2017 07:37:55 - Manduria - Attualità

Il mistero della lettera che Barbara Valenzano avrebbe inviato a Procura e Prefetto

«E’ mio compito tutelare l’intero territorio, in particolare quello che rappresento in qualità di sindaco. Non ho mai sostenuto di essere favorevole all’ipotesi B e quindi all’allocazione del depuratore in zona Urmo. A sostenere questa tesi è stata l’ing. Barbara Valenzano, in una missiva inviata alla Procura della Repubblica e al Prefetto di Taranto».
Pur fra non poche rumorose contestazioni che arrivavano dagli oltre 200 avetranesi presenti in aula (compresi il sindaco Minò, il vice sindaco Scarciglia e altri consiglieri), il sindaco Roberto Massafra ha illustrato la propria posizione sul depuratore.
«Regione e Aqp vogliono delocalizzare il depuratore? Bene, lo facessero. Ci indichino il sito da loro scelto, nel rispetto delle leggi e delle normative vigenti, e io non mi opporrò» le parole del primo cittadino manduriano. «L’ipotesi C? Non possiamo votare una ipotesi senza uno studio di fattibilità. Ma, d’altronde, anche tutti coloro che erano in piazza il 7 aprile a Manduria non erano d’accordo sull’ipotesi C: le varie associazioni che hanno promosso quella manifestazione lo hanno scritto, chiaramente, in un documento».
Poi la maggioranza si è soffermata su una lettera che il capo dipartimento della Regione Puglia, Barbara Valenzano, avrebbe inviato a Procura della Repubblica e Prefetto di Taranto.
«La Regione Puglia, nella persona dell’ing. Barbara Valenzano, ha da tempo comunicato alla Prefettura e alla Procura della Repubblica di Taranto che l’unica ipotesi realizzabile è la B» ha reso noto il sindaco Massafra (lo stesso passaggio è contenuto anche nell’emendamento di “Manduria Futura”, poi ritirato). «Di tale documento, verbalmente reso noto dal Prefetto ma non ancora trasmesso al Comune di Manduria, è stata formalmente richiesta copia».
Intanto ad Avetrana, scartata l’ipotesi C, monta nuovamente la protesta. I lavori dovrebbero riprendere lunedì prossimo. Non è difficile prevedere nuove mobilitazioni per evitare la cantierizzazione dell’opera».










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