martedì 24 settembre 2024


26/07/2017 08:14:59 - Salento - Attualità

Richieste nuove indagini per accertare un collegamento fra le malattie e l’inquinamento

Alla luce delle nuove evidenze che provengono dallo studio epidemiologico «Forastiere» che documenta, dal punto di vista sanitario, un nesso fra le emissioni industriali e l’insorgere di tumori nella popolazione di Brindisi, sei persone che si sono ammalate di leucemie o i cui parenti sono venuti a mancare per leucemie o linfomi, hanno presentato alla procura di Brindisi una integrazione ad un esposto già depositato nel 2014. Chiedono ora alla procura, che ha in corso - a quanto è dato sapere - un’indagine senza reati né indagati, che venga effettuata una consulenza tecnica di tipo epidemiologico che accerti il nesso causale tra le patologie e gli effetti dell’industria, in particolare quella chimica.

«La circostanza che gli ammalati avessero sempre vissuto in prossimità del Sin (Sito di interesse nazionale) di Brindisi e che conoscenze ormai consolidate nella letteratura scientifica nazionale ed internazionale pongano l’esposizione cronica a benzene, idrocarburi policiclici aromatici ed idrocarburi leggeri e pesanti, ed altre sostanze nocive tra le cause principali dell’insorgenza di tali patologie - spiegano - hanno spinto gli esponenti a verificare la possibilità che le malattie da cui sono stati affetti, e che in due casi hanno condotto alla morte degli ammalati, siano conseguenza dell’esposizione cronica a tali inquinanti, presenti nel Sin di Brindisi in misura impressionante, e ad individuare le eventuali responsabilità».

Il dito è puntato in particolare contro l’attività del petrolchimico di Brindisi, vicino al quale sorge la discarica Micorosa. A supportare l’esposto denuncia le osservazioni del medico radiologo Maurizio Portaluri. La battaglia in sede giudiziaria è condotta dall’avvocato Giovanni Brigante, affetto da «linfoma di Hodgkin».











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