venerdì 27 settembre 2024


07/09/2017 09:08:45 - Manduria - Attualità

La sua ultima dimostrazione all’interno della suggestiva location di masseria Palombara

La sua è un’arte che va estinguendosi. Lui è forse l’ultimo “artista” di questo angolo della provincia che tramanda, con grande passione, una tradizione che è andata via via scomparendo: quella dell’intreccio per realizzare “panari” o altri contenitori (come i “cannizzi”).

Si chiama Antimo Calò, vive ad Uggiano Montefusco ed è un vero maestro. Intrecciando le materie prime che Madre Natura offre (dalle canne al mirto, dal lentisco all’olivastro, dal melo cotogno al melograno), riesce a creare quei contenitori che caratterizzavano la vita della civiltà contadina di un tempo. Una civiltà alla cui base vi era il rispetto verso l’ambiente e più in generale verso Madre Natura, che in quel periodo forniva ogni mezzo per il sostentamento. Non esisteva la plastica, che ha iniziato a inquinare il mondo dalla fine degli anni ’60, né vi era il consumismo di oggi. Ecco perché in ogni casa vi erano questi contenitori, realizzati esclusivamente con listelli ricavati da varie piante.

Nei giorni scorsi Antimo Calò ha fornito un’altra dimostrazione delle sue qualità. All’interno di masseria Palombara (sulla Oria-Manduria), in una location straordinaria e in cui ogni elemento è stato perfettamente studiato (grandi covoni di steli di grano, coperti con i sacchi di juta come sedie e tantissimi oggetti, di varie dimensioni, da lui creati come complementi d’arredo all’ombra dalla restaurata “palombara”), Antimo (Mino per gli amici), ha dispensato un altro saggio delle sue grandi capacità.

Dalle foto si possono cogliere alcuni momenti della sua performance, della quale abbiamo apprezzato la sua grande capacità di lavorare a mani quasi sempre nude le tante essenze della macchia mediterranea che crescono rigogliose nella nostra zona.

Di Antimo abbiamo colto un’altra grande qualità: il suo rispetto per la natura e la sua grande conoscenza delle piante “amiche”. Antimo conosce metro per metro le nostre campagne e sa quando e dove cogliere le materie prime che servono per il suo lavoro di artigiano, senza mai danneggiare la natura.

Arte, questa, che dovrebbe essere insegnata nelle scuole o tramandata a coloro (e non sono pochi) che hanno nostalgia di un passato in cui forse c’era meno ricchezza, ma tanti valori in più. Segreti che si possono cogliere nei laboratori di intreccio che Antimo (custode di questa lavorazione da custodire e tramandare con un patrimonio della cultura di un tempo) periodicamente tiene a Uggiano.

 

 

 

 

 

 

 











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