venerdì 27 settembre 2024


08/12/2017 09:21:53 - Manduria - Attualità

Ecco il comunicato

 

«Il museo archeologico di Manduria, dopo quasi quattro anni, ha riaperto i battenti nel settembre di quest’anno, sotto la spinta propagandistica della giunta del sindaco Massafra. Ma il museo che non era ancora pronto all’apertura e che ancora oggi evidenzia tutti i suoi limiti».

Il circolo di Manduria di “Fratelli d’Italia” auspica una svolta nella gestione delle testimonianze storiche della città.

«Il museo annovera teche vecchie di decine di anni, che furono esposte per la prima volta nella chiesa dello Spirito Santo e poi spostate nelle sale di via XX settembre» rimarca “Fratelli d’Italia”. «Le stesse teche e lo stesso mobilio sono ancora nella nuova esposizione nell’ex convento dei Padri Agostiniani. Teche e mobilio riportate a nuova luce dai lavoratori dei “cantieri di cittadinanza”, che hanno utilizzato non poche volte attrezzi non certo in dotazione al Comune, bensì i propri.

Ancora ad oggi il museo è sprovvisto in tutti i bagni di scopini per i water, di carta igienica, di carta asciugamani, di stracci per lavare a terra e detersivi, che potrebbero essere comprate con poche decine di euro.

Se poi si tiene conto che per restaurare e mettere in sicurezza l’ex convento si sono spesi più di un milione di euro, la cosa più che ridicola è grottesca.

In precedenza qualcuno si era indignato per la poca professionalità di chi aveva allestito il Museo e che mancavano una serie di sale per rendere più appetibile il percorso. Però gli stessi poi ci dovrebbero spiegare come si possono allestire altre attività se i soldi non sono bastati nemmeno a comprare la carta igienica».

“Fratelli d’Italia” sollecita pertanto una gestione più manageriale.

«Il parco archeologico e il museo devono essere il volano per lo sviluppo turistico del nostro territorio e non il passatempo di pensionati. Il museo, il parco e tutto quello che Manduria ha come attrazione turistica deve essere usata per dare lavoro “retribuito “ e non volontario se vogliamo diminuire se non proprio azzerare la disoccupazione giovanile e non solo.

Il parco ha bisogno di manutenzione giornaliera, il museo ha bisogno di manutenzione giornaliera e la manutenzione non è volontaria.

Il parco e il Museo hanno bisogno di figure professionali, come archeologi, guide, promotori turistici scolastici e non solo.

Ha bisogno di nuovi restauratori che possano riportare in vita tutto il materiale che potrebbe essere esposto. Il nostro grande patrimonio artistico, deve servire alla città per creare lavoro e non per volontari, pensionati, quindi già retribuiti».











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