venerdì 27 settembre 2024


20/12/2017 19:33:12 - Manduria - Attualità

Quando lo sport è più forte di ogni disabilità

 

Nell’ambito delle attività del laboratorio di giornalismo, domani pomeriggio, alle ore 16, saranno ospiti della redazione del “Prudenzano Magazine” il col. Carlo Calcagni e il campione di ciclismo paralimpico Leonardo Melle. Ai ragazzi della scuola manduriana testimonieranno le rispettive esperienze di vita.

Il col. Carlo Calcagni ha partecipato, come pilota elicotterista, alla missione di pace della ex Jugoslavia. Ad attenderlo, oltre alle naturali insidie di un Paese sconvolto dalla guerra, anche un nemico tanto invisibile quanto infido: l’uranio impoverito. Il col., prestando soccorso ai tanti feriti delle popolazioni locali, ha inalato polveri sottili e dai metalli pesanti che sono stati generati dall’esplosione delle bombe all’uranio impoverito. L’ufficiale credeva fossero altri i nemici quando atterrava sui luoghi di guerra per salvare tante vite… Le conseguenze dell’inalazione delle polveri sottili sono state devastanti. Dal ritorno di quella missione, il col. Carlo Calcagni ha iniziato un nuovo capitolo della sua vita: la lotta per vivere, che avviene anche praticando il ciclismo.

Leonardo Melle ha 46 anni. E’ affetto da una emiplegia spastica. Ha avuto una sofferenza celebrale, che l’ha portato a non deambulare: il suo lato sinistro è paralizzato, nonostante il suo tono muscolare sia presente. Non ha la forza di stare in piedi per lunghi tragitti, i muscoli non lo reggono abbastanza. Eppure, sul suo triciclo, va più forte del vento. Il suo motto è: “Volere è potere”. Non si è fatto mancare nulla, ha sempre voluto provare.

Ed è per questo che è arrivato ad essere vicecampione del Mondo di Triciclo. Nato a Manduria, Leonardo in Sudafrica ha conquistato la medaglia d'argento nella prova su strada MT1 e una medaglia di bronzo nella crono individuale. Ma la sua vittoria più bella rimane quella nei confronti della vita: «Se ci pensiamo bene tutti siamo uguali, nella nostra diversità. Ho trovato il mio ruolo nella vita dedicandomi al ciclismo, e sono stato veramente fortunato. Forse dobbiamo farci sentire e combattere più degli altri, ma nulla ci impedisce di condurre una vita normale. Come tutti gli altri».











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